Intro

Salute a te, viandante.
Sei qui con noi. E noi ringraziamo il tuo cuore che fin qui ti ha portato.
Questo è il nostro mondo. Non è reale. Non è immaginazione. E' semplicemente la vita. La nostra vita.Vissuta come noi la viviamo.
Volando nel cielo, ma sempre con i piedi per terra.
A tutta velocità, ma osservando attentamente le maraviglie attorno a noi.
In questo luogo ogni cosa è come tu la scegli. Ti basterà credere, per farne parte.
E quando poi il tuo destino ti porterà a lasciare questi lidi, un pezzo del tuo cuore rimarrà qui con noi. Lo custodiremo, come il tesoro più prezioso, fino al giorno che tu a noi farai ritorno.
Magari, per restarci.

Una sera di primavera mi trovavo in un locale con Brad Pitt.Marydoll. Legnano.

Ragazze copertina. Truccate e patinate come una rivista di gossip per militari o servette.
Tutto girava attorno a noi così velocemente. Ci sentivamo estranei.
L'aria non riempiva i nostri polmoni. Come balene spiaggiate, in Liguria.

In una spiaggia a pagamento.

Claudiano:"Dani, noi siamo felici!"
Brad:"No, non lo siamo. Ci manca un pezzo. Quello più importante.

Non lo troveremo in questo modo. Non lo troveremo stasera. Non lo troveremo qui."
Claudiano:"Ti porto via. Ovunque tu desideri!"
Dani:"Potrebbe essere una soluzione, ma da te stesso non scappi nemmeno se sei Eddie Merckx..."

Eccolo qui. Eddie Merckx.
Tutto è iniziato da quella pagina sulla mia tesi. Da quella notte di Settembre.

Tutto ciò che sono ora, tutte le scelte che qui mi hanno portato hanno inizio con Eddie Merckx...

E allora eccomi qui. Questa è la mia tappa di domani. Questo è quello che devo fare.

Afferrare la mia bici dal cumulo di polvere da cui è caduta e ricominciare a correre. Con voi. Per voi.
Cercherò di caricarvi uno ad uno sul mio bolide giallo, e di portarvi in cima alla salita con queste parole.
Bè, tutti tranne Mattia, il Batman dei palazzi. Lui è salito con la Ninja 600.

Ci aspetta in fondo all'ultimo tornante, dove il prato è più verde e la griglia è già rovente.
Tu porta la carne, che al bere ci pensiamo noi.

Un abbraccio.
Claudiano.

Google

Visitatori di Gotham questo mese

ip-location

venerdì 24 ottobre 2008

Eccoci finalmente qui...

Eccoci finalmente qui … chi l’avrebbe mai detto!
Chissà i bookmakers a quanto mi quotavano ...
Il percorso fino a qui intrapreso non è stato dei più semplici …
… come in una finale olimpica dei 110 ostacoli, anche se la partenza non è delle migliori si ha il tempo per recuperare ostacolo dopo ostacolo. Gli ultimi sono stati i peggiori, sembravano più alti degli altri, ma con tanto sudore e soprattutto molta buona volontà il traguardo è li ormai a pochi passi.

Grazie a Michèle che hai provato a seguirci nel lavoro di tesi … ma come tutti sanno gli imprevisti son sempre dietro l’angolo …

Un ringraziamento particolare va a tutti quelli che in questi anni hanno affrontato questa avventura con me, senza il sostegno di tutti voi non ce l’avrei mai fatta. Checco, anche se a volte avevi il musone in realtà sei sempre stato uno dei più disponibili; Luçio, come dimenticare i tuoi perfetti colpi da cecchino, non avevi rivali; Greg, grazie per le tue perle di saggezza, hanno reso questi anni più divertenti, a proposito qual’era il nome di Pascal? ... ; Claudio, quante risate che ci siamo fatti insieme tra polemiche e non; Fulvio, che con le tue espressioni facciali e le tue battute rendevi solari anche le giornate più noiose; Daniele, quando diventavi scheggia impazzita eri insuperabile, ma dopo di tutto non saresti stato tu; Chicca, Paola, Elena, per fortuna che c’eravate voi a dare un po’ di presenza femminile, per rendere più umana la vita in Bovisa; Paolone e Sara, che avete condiviso con me le fatiche degli ultimi esami; Luca, grazie per le appassionanti discussioni motoristiche, peccato solo che tifavi per il crucco.

Grazie Ale, tu sei stato fino all’ultimo con me in questa avventura dopo aver sostenuto insieme tutti questi esami ed aver intrapreso con me lo sviluppo di questa tesi. Dopo tutto l’unione fa la forza, no? Forse sei quello che mi ha conosciuto più di tutti, ce l’hai messa tutta a sopperire tutte le mie mancanze nell’inglese e nei congiuntivi, ma purtroppo ti sei sforzato per nulla.

Grazie anche a Teo, Marco, Fabio, i migliori compagni di squadra che abbia mai avuto, anche nei momenti difficili eravate sempre li a sostenermi.

Il ringraziamento più grande va ovviamente a voi, Mamma e Papà, che mi avete permesso di affrontare questo meraviglioso viaggio, e a mia sorella, Catia, che mi hai sopportato per tutti questi anni. Grazie nonna Jolanda che saresti stata felice se fossi ancora qui con noi.

Grazie di cuore, a tutti voi, questo traguardo è anche un po’ merito vostro.


LeLe

giovedì 23 ottobre 2008

Un lungo viaggio volge al termine

Un lungo viaggio volge al termine.
Ma ogni traguardo è un nuovo inizio e già nuove strade si fanno spazio all’orizzonte. Anche se ancora non so dove mi porteranno so che voi che fin qui mi avete accompagnato non mancherete.
Ed è voi che ora voglio ringraziare, voi che ancora ci siete, quelli che quando sei in salita ti danno una spinta. Voi che eravate lì quando c’era bisogno ognuno a suo modo, nelle piccole e nelle grandi difficoltà ma anche a condividere momenti felici e spensierati.

Grazie a Michèle che nonostante la tua vita spericolata hai cercato di seguirci nel lavoro di tesi.

Ma il pensiero subito va alla mia squadra, quelli che erano lì, a fare i conti, a imprecare su integrali doppi e a passarti la risposta mancante all’esame di turno, anche se sbagliata…
Grazie Kekko che nonostante tu sia bestia fuori sei in realtà tenero dentro. Grazie a Claudio e Daniele per le perle di saggezza e i momenti di estrema superficialità, anche se spesso difficili da distinguere. Grazie a Fulvio, Luçio e Greg per il fuoco di copertura a Mogadiscio e le regate in barca a Valencia. A Sara e Paolone che mi avete supportato e sopportato nella preparazione degli ultimi esami. E infine Lele, che con me hai condiviso fino all’ultimo metro questo traguardo, e mi hai insegnato cose della vita importanti come lo sfumino in Photoshop e l’ALT+Stamp… Io invece non son riuscito a insegnarti nemmeno una lingua, nemmeno l’italiano…
E un abbraccio grande è dedicato a Chicca e Paola, che anche se spesso siete lontane col cuore vi sento vicine.

E non dimentico certo gli amici di una vita, voi che ancora aspettate il giorno in cui mi crescerà la barba… Elisa, Elena e Luca, Beppe, Geronte e Laura, quando c’è bisogno so che posso contare su di voi.

E infine una dedica speciale ai miei più grandi fans! Ci siete sempre stati e sempre mi sarete accanto. Senza di voi nulla di questo, né di quello che sarà, sarebbe stato possibile. Appoggiando da sempre le mie scelte, cercando di capirle e condividerle, mi avete guidato e in ogni modo sostenuto fin dalla nascita. Ovviamente parlo di voi, PapàGiorgio e MammaMarina, i miei genitori. Quello che sono ora lo devo soprattutto a voi. E un bacio grande a te nonna Maria che ci sopporti tutti quanti!
Vi voglio bene!

Ale

giovedì 2 ottobre 2008

Siccome sono ingegnere...

Un po' di auoironia...

Siccome sono un ingegnere rompo i coglioni

Siccome sono un ingegnere ho la flessibilità mentale di una parete di granito

Siccome sono un ingegnere io ho ragione e tu hai torto

Siccome sono un ingegnere le cose si possono fare in una maniera sola. La mia!

Siccome sono un ingegnere tutto quello che non è ingegneria e una cazzata

Siccome sono un ingegnere io sono il migliore

Siccome sono un ingegnere tu devi fare le cose che ti dico io, quando lo dico io e soprattutto come lo dico io. Come, tu sei il capo... oh cazzo!! Ma non importa, perchè tu non sei un ingegnere. Cosa vuol dire 'licenziato'? Io sono laureato, anzi iscritto all'albo. La licenza media l'ho presa tanti anni fa, anni di faticoso studio prima di diventare, finalmente, ingegnere, cosa che Lei non è. Cosa vuol dire 'fuori dai coglioni????' Fuori di quanto? E in quanto tempo? E quanti sono i coglioni? Di che dimensione? Di che colore?...

Siccome sono un ingegnere la precisione è tutto

Siccome sono un ingegnere la fantasia... la fantache?? è un aranciata?

Siccome sono un ingegnere non ho più letto un libro in vita mia. Una volta che uno è ingegnere, cosa deve sapere di più??

Siccome sono un ingegnere il tubo della lavatrice lo riparo io

Siccome sono un ingegnere oggi sono troppo occupato per riparare il tubo della lavatrice

Siccome sono un ingegnere se la lavatrice dopo che la ho riparata io non funziona ancora, vuol dire che l'hanno progettata male. Sicuramente non era un ingegnere.

Siccome sono un ingegnere, l'unica cosa che importa è 'quanto costa?'

Siccome sono un ingegnere non mi chiedo mai perchè... anche perchè se me lo fossi chiesto, non sarei un ingegnere

Siccome sono un ingegnere non sono UN PIRLA

Siccome sono un ingegnere l'uomo giusto per te sono io, quindi molla quel tipo della Bocconi

Siccome sono un ingegnere l'ultima parola spetta a me

Siccome sono un ingegnere non mi serve la calcolatrice (non son sicuro di essere ingenere)

Siccome sono un ingegnere la posizione di questa notte la decido io, mettiti a pi greco mezzi in coordinate polari

Siccome sono un ingegnere non ho vita sociale e posso dimostrarlo matematicamente

Conosco perfettamente il calcolo vettoriale, ma non ricordo come fare una divisione a mano

Siccome sono un ingegnere ridacchio ogni volta che sento parlare di Forza Centrifuga

Siccome sono un ingegnere conosco ogni singola funzione della calcolatrice grafica

Siccome sono un ingegnere quando mi guardo allo specchio, vedo un laureando in Ingegneria

Siccome sono un ingegnere se fuori è bello e ci sono 30 gradi, sto in casa a lavorare sul computer

Siccome sono un ingegnere fischietto di frequente il motivetto di Mac Gyver

Siccome sono un ingegnere studio per gli esami anche il sabato sera

Siccome sono un ingegnere so derivare il flusso dell'acqua della vasca da bagno e integrare il volume richiesto dagli ingredienti del pollo arrosto

Siccome sono un ingegnere penso matematicamente

Siccome sono un ingegnere ho calcolato che la Serie A del campionato diverge per A sufficientemente grande

Siccome sono un ingegnere se posso cerco di non fissare troppo gli oggetti, perché temo di interferire con le loro funzioni d'onda

Siccome sono un ingegnere ho un micio con il nome di uno scienziato

Siccome sono un ingegnere rido alle barzellette sui matematici

Siccome sono un ingegnere sono ricercato dalla Protezione Animali perché ho tentato l'esperimento di Schroedinger sul proprio gatto

Siccome sono un ingegnere traduco direttamente l'italiano in formato binari

Siccome sono un ingegnere cerco di muovermi il meno possibile per non contribuire alla morte entropica dell'Universo

Siccome sono un ingegnere considero qualsiasi altro corso non scientifico troppo facile

Siccome sono un ingegnere assumo come ipotesi di lavoro che un cavallo possa approssimarsi ad una sfera per semplificare i conti

Siccome sono un ingegnere rido ad almeno cinque punti di questa lista

Siccome sono un ingegnere faccio una copia di questo file, e lo pubblico sul mio blog...


EVVAI LELE, tra un mese siamo anche noi ingegneri!!

venerdì 26 settembre 2008

Quando Claudiano...e il manuale che non viene dai palazzi

Buongiorno, cuore di fata!
Pronta? Spero di si. Perchè oggi è venerdì.
Al venerdì bisogna essere coperti. Si vola in cima al cielo. Ogni speranza ed ogni sogno si animano. Tutto si realizza. E il mondo diviene un'unica meraviglia.
Ho una cosa per te. Credo che ti sarà molto utile.
E' il manuale di una borsa di nuoto.
Il tuo venerdì comincia così. Niente male vero?
Afferralo, e comincia a leggerlo. Se sei entrata in possesso di un libro magico come questo, significa che hai un bel problema. Ma tranquilla. Siamo qui per risolverlo.
La borsa di nuoto, per un nuotatore è tutto.
Ricordatelo quando un giorno ti capiterà di incontrarne uno.
E' sempre l'esatta rappresentazione del suo carattere. Della sua personalità. Dei suoi sentimenti. Dei suoi casini.
Se conosci bene una persona, ed entri in possesso del suo bagaglio, spontaneamente ti verrà da esclamare: "Non poteva essere diversa da così!"
La afferri. La sollevi. La osservi. Se non ti viene voglia di gettarla, significa che la borsa ti ritiene degna. Avrai qualche reticenza. Non ti sembrerà giusto. Ma l'aprirai.
Ripeto, se è ancora nelle tue mani è solo perchè lei ti ritiene degna.
La cerniera scorre. Verrai avvolta da una nuvola, che si manifesta con un odore fortissimo ed al limite del fastidioso. Ma non sarà fastidioso per te. Anzi, potrà addirittura piacerti.
E' la rappresentazione dell'elemento. Dell'acqua.

La cuffia.
E' l'unica cosa che il nuotatore mostra di sè quando è in acqua. E' l'illusione. Lo specchietto per le allodole. E lì per chi non va oltre le apparenze. Chi si ferma alla cuffia, non ha anima.
E ora lo scoprirai di te. Ma io non ho dubbi.
Se sei ancora qui, significa che non mi sbagliavo.

Troverai un asciugamano.
Non un accappatoio. Il nuotatore non ha mai freddo, e non ha mai bisogno di asciugarsi. Deve solo coprirsi. L'acqua gli è addosso da sempre, e non gli piace liberasene.

Le ciabatte.
Inutili. Un nuotatore ha appoggiato i piedi sulle peggiori mattonelle del mondo. E' ancora vivo. E' schermato. Ma se le porta sempre dietro.
La mamma nella borsa gliele ha sempre messe. E in casi come questi le tradizioni sono tutto.

Pinne e palette.
Le terrai in mano. Chiuderai gli occhi. Sentarai le urla. E' lo sforzo che si portano dietro. Il nuotatore le odia. Sono ingombranti e pesanti.
Ma quando è sul blocco, ed è pronto a partire, le vorrebbe avere addosso.
Unite come una cosa sola con le sua mani e i suoi piedi.

Di sicuro ci saranno due costumi.
Perchè due? Perchè uno è quello vecchio, quello per cui ne vale ancora la pena. Quello dei ricordi, e delle soddisfazioni più grandi. Quello liso, con l'elastico smollato. Sarà nero. Come lo sono i vestiti di gran sera. Il nuotatore lo tiene su da sempre. E lo tiene sotto. E' l'ultimo baluardo. La corazza contro la fatica.
Il secondo. Sarà appariscente. In acqua deve stupire. In acqua lo devono vedere.
Con due costumi il nuotatore è tutto. Perfetto. Inoltre è più pesante. E l'allenamento ne giova.

Troverai gli occhialini.
Saranno i più semplici che tu abbia mai visto. Non avranno nulla di speciale. Anzi ti sembreranno stranamente scarni e vuoti. Assemblati con materiali di recupero. Senza alcuna ventosa. Assolutamente nulla di speciale. Saranno a tuo parere dei veri e propri strumenti di tortura. Non è così. E afferandoli lo capirai. Gli occhi di chi possiede questa borsa sono protetti da loro.
Stai afferrando uno strumento magico. Una volta indossati, il nuotatore è al sicuro. Ed è al sicuro nella sua parte più importante: Il cuore.
Perchè gli occhialini ne proteggono l'unico accesso.
Se saranno bagnati significa che chi hai accanto li ha usati. E i suo cuore è ancora lo stesso.

In acqua, come nella vita...bracciata, gambata e testa fuori.
Un abbraccio.
Claudio.

martedì 2 settembre 2008

Quando Claudiano scrive per molti...ma non per tutti

Buonasera, anime nobili. O meglio, buonanotte!
Sono io. Il menestrello che intona, a suo modo, le storie delle vostre magnifiche vite.
State bene? Vi sono forse mancato?
Con un pizzico di egoismo, spero proprio di si. Perchè voi, a me, siete mancati come un venerdì sera.
Quale magnifica sensazione: la penna imbevuta di inchiostro che scorre sopra una vergine pergamena
comandata dalla mia salda mano.
Un brivido corre zigzagando uno slalom speciale sulla mia schiena.
Sono di nuovo qui tra voi. Sto di nuovo scrivendo.

Sono tornato per parlarvi di me.
Questa sera sarò da solo sul palco del nostro mitico teatro.
Niente orchestra di percussionisti sordi, e niente scenografia con alberi-toilette fuori dai locali.
Questa sera la vostra immaginazione sarà unicamente incanalata dalle mie parole.

Il mio racconto, minestrone di momenti in ordine sparso, partirà da una domenica sera.
Una domenica alquanto agitata.
Quel pomeriggio Inzaghi e Kakà avevano deciso di farmi capire quanto uno scudetto andasse sudato.
La Roma a tre punti, e certi spettri che desideravano tanto riapparire.
La sera, meravigliosa, in vostra compagnia.
Aperitivo alla Tana dei Golosi. Rho. Come sempre.
Giungo a casa, e un messaggio vola su di me.
Una ragazza sarebbe passata sotto casa mia, per raccogliermi.
In tutti i sensi.
Salgo in macchina. La guardo intensamente.
E' lei. La Silvia. La mia Silvia.
La mia compagna di banco appartente ad un mio lontanissimo passato.
La ragazza che un tempo desiderai fortemente accanto, ma che non ho potuto e voluto avere con me inquanto non mi ero sentito pronto per una responsabilità tanto grande.
Ero consapevole che un tale sentimento a quell'età mi avrebbe potuto dilaniare, quindi decisi di non crederci.
Immediatamente, ancor prima che potesse essere.
Lasciando cadere tutto in un limbo di parole che avrei voluto dire ma che non ho mai detto. Di momenti che avrei voluto avere, ma che non ho mai avuto.
Decisi di non rincorrerla, quando lei, forse sperando che lo facessi, intraprese una strada diversa dalla mia.
Rinunciai a lei. E fino a poco tempo fa ero convinto che la vita mi stesse dando ragione.

Nella mia testa però è sempre stato un pensiero presente.
Fortissimo, scomodo e pericoloso.
Le sensazioni che mi dava cozzavano sonoramente con la vita che possedevo e che io ritenevo perfetta.
Cercavo di combatterlo appiattendolo. Evitando ogni possibile contatto con lei.
In otto anni non ho praticamente mai avuto sue notizie. Se non qualche sporadico messaggio.
Era stata una favolosa oppurtunità. Di certo non un limite.
Era il passato. Doveva essere solo questo.
Ma a volte il destino si divertiva con me.
Mi capitava spessissimo di incontrarla senza che nè io nè lei lo avessimo preventivato.
In modo casuale. Incredibile. Irrazionale.
Sul treno, nei ristoranti dell'università, al centro commerciale, nei locali a Milano, al concerto di Vasco.
Quante persone ho conosciuto nella mia vita? Quante di queste frequentano i miei stessi posti?
Perchè tutto questo mi capitava solo con lei?

La incontravo ovunque. E sempre in un brevissimo e contingente istante in cui mi ritrovavo solo.
Io nell'imbarazzo e nel terrore più completo.

E in più, a volte, quel pensiero: "Come sarebbe stato se..."

La Silvia tornava dopo tempo immemore di fronte a me.
I suoi occhi. Incredibilmente unici nel loro inafferrabile colore.
Le sue labbra. A disegnare un sorriso che mi riempiva il cuore.

Si, le sue labbra. Quelle labbra.

Le prime che avessi mai baciato...

Lei era appena uscita da una situazione difficile.
Stava vivendo quella tempesta che grazie a voi io avevo appena superato.
Entrambi con una voglia matta di parlarci, ma soprattutto di ascoltarci.

Il mio recente passato però non era ancora stato completamente sconfitto.
Le mie ferite erano ancora aperte.
Vivevo male, nella più totale sfiducia nell'amore, e quindi nella vita stessa.
Nella mia vita frenetica, in totale assenza di attimi di riposo, ripudiavo il tempo libero che mi avrebbe costretto a fermarmi a pensare.
Ricordate...non volevo mai andare a letto...

Dopo la prima volta io e la Silvia ci incontravamo il più possibile.

Sereno in ogni istante. Sempre con la sensazione di ritrovarmi con la medesima persona che avevo perso tanto tempo fa.
Ma questa volta sentivo in me una maturità e una completezza mentale che quasi dieci anni di vita ti donano.
Accanto a lei sentivo che ricomincavo a sentirmi diverso.

Il mio recente passato non mi dava fiducia.
Non ci volevo credere.
Quindi per acuire questa convinzione disegnavo a voi e a me stesso una situazione ben più peggiore di quella che realmente era.
Era come se avessi paura di mostrarmi nudo.
Ma le vostre parole:

AleBerta:"Come può uno scoglio arginare il mare, vedrai..."
Dani:"Invitala a Colico, vedrai che ti dirà di si..."
Mattia:"Non avere fretta. Lascia che sia..."

lasciavano ben poco spazio alle mie bugie dalle gambe corte.

Ha stravolto la mia vita. Annullando le mie stupide convinzioni.
Colpendole dalle fondamenta.
Non tutte le situazioni sono uguali.
Il passato deve aiutarti a migliorare il tuo futuro, non a limitarlo.

L'accompagnai a Genova, per l'iscrizione dell'esame di stato, nel pomeriggio siamo stati ad Alassio e il giorno dopo alla gara di Gallarate sono andato forte come mai nella mia vita. Nonostante mi fossi allenato solo per quindici giorni in un anno.
Mi raggiunse a Strasburgo, dove per la prima volta ho inteso quanto possa essere meravigliosa l'irrazionale affinità tra due persone.
Dopo una seconda giornata ad Alassio, a fine Giugno, decidemmo che era arrivata l'ora di diventare finalmente inseparabili...

Ed è questo che siamo ora...finalmente inseparabili.

Non conosco il mio futuro, anche se ne ho una vaga idea.
Vivrò ogni giorno, con il sorriso che ho ritrovato, con una ritrovata forza per combattere i momenti bui che mi attendono...sperando di avere sempre voi al mio fianco, a ricordarmi quello che sono stato.

I miei occhi sono di nuovo accesi. Sono io. Sempre.

Claudio.

sabato 9 agosto 2008

MOLLE^3

(Ragazzi è un karaoke, si inizia a cantare quando sparisce il titolo!)

Che stai facendo? Cazzeggio
Che cosa cerchi? Parcheggio
Hai uno scopo? Un botto
Dove ti trovi? Alla Tana
E quanto trombi? Poco
Metti la lingua? Dopo
Qual è il tuo aspetto? Meno capelli di un tempo, ma non per questo calvo.

A cosa pensi? Al gamberetto
Com’è il tuo membro? Immenso.
Ma del 50? Un piano e mezzo
E per i morti? Rispetto
E dei morti? Non si parla
Rido di me, di te, di chi ha il manico molle come me

Io ce l’ho molle
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto

Hai trombato? Un cazzo.
Ma era single? Ha il ragazzo
E gliela da? Credo.
Solo davanti? Non dietro!
Rido di me, di te, di chi ha il manico molle come me

E lo sbagliato
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto

Che cosa fai? Vivo.
Quando non dormo? Scrivo.
E le farfalle? A nuoto
E lei la cerchi? A vuoto
Cos’è l’amore? Dentro.
Cos’è l’amore? Dietro.
Di là la mamma? Reppa.
E la tua volvo...s’inceppa!!!
Sei felice? A volte.
Hai distrazioni? Molte.
E la salute? Buona.
E la tua volvo...frastuona!!!

Cosa ti piace? Sbagliare.
Tra il dire e il fare? Il mare.
Cosa ti piace? Sbagliare.
Tra il dire e il fare? Il mare....


E con questo... Buone vacanze a tutti
By AleBerta

lunedì 4 agosto 2008

Quando la vacanza prende vita...

Non sai mai cosa c'è dietro l'angolo... Ma la vita è bella per questo. Un giorno hai tutto pianificato, il giorno dopo non se ne fa nulla. Un giorno sei solo e abbandonato, il successivo sei travolto dagli impegni e dagli amici. Un giorno sei single, il successivo sei fidanzato (tranquilli, questo a me non capita mai!) e viceversa... Sta di fatto che la vita va cavalcata, il flusso va seguito. E non si piange su ciò che si è perso ma si festeggia per le nuove porte che si aprono. E con questa spolverata di ottimismo e delle solite aspettative si da ufficialmente il via alle vacanze! Ebbene sì, si parte e ci sono gli ingredienti giusti, quelli esplosivi, ben mescolati e agitati prima dell'uso.

Località: Versilia!
Beh è una garanzia. Per chi mi conosce e con me ci è stato lo sà bene. Tra i ricordi più belli della vita ci sono le giornate in spiaggia a Marina di Pietrasanta, quando Tuccio mi salvò da morte sicura per insolazione e disidratazione. Le serate al Cocomania, 2,3,4 consumazioni e poi via, col "potere" tra le dita e le ragazze che non potevano fare a meno di guardarci e desiderarci.
Quando "Lele guida tu che siamo brilli" e 2 metri dopo abbiamo un motociclista sul cofano... Ma anche le vigilesse non resistevano alla vista della nostra croccante abbronzatura.
Tutto è stato davvero indimenticabile.

Sistemazione: Campeggio!
Beh ormai non serve ripeterlo, il camperggio è nel mio DNA... Certo ha i suoi limiti ma anche un sacco di pregi. Anche Brad sta imparando a modo suo ad apprezzarlo... certo in una tenda da 20mq... con 2 stanze... e stereo incluso... e frigobar... a Forte dei Marmi! Beh campeggiatori si ma barboni no! Ma senza prenotare che anche se non ci son più piazzole libere tre canadesi da montare le si trova al momento!

Partecipanti: AleBerta, Brad Pit, Fulvio!
Da quando si è unito questo trio Aldo Giovanni e Giacomo stanno tremando. Abbiamo il nero superdotato, il biondino/occhi chiari gamberrettato e io... beh nessuna si è mai lamentata! Fulvio è appena diventato single, ma sul serio non per finta! Ha preso coscienza, sta indossando questi nuovi panni e ci si trova già a suo agio. Dopo anni è ritornato sulla piazza e ora care ragazze son cavoli vostri!
Brad... beh lui lo si sa vorrebbe essere amato, è un suo diritto. La sua ragazza (che oserei definire futura-ex) sarà lì a Forte, ma non so se lui sarà altrettanto forte... Brad segui il flusso, non forzare le cose. Uno scoglio non può arginare il mare. Se son rose pungeranno.

In ogni caso siamo pronti a metterci in gioco, e voi aspettateci qui fino al nostro ritorno. Oppure seguiteci nelle nostre avventure, ma fate presto perchè il flusso non si ferma, e noi ci siamo già dentro.

Un abbraccio
Ale

martedì 15 luglio 2008

Quando AleBerta ce la fà!

Supino su un prato… l’aria fresca dolcemente mi accarezza la pelle… In alto il cielo è di un blù che non avevo mai visto. Né più chiaro né più scuro del solito, solamente diverso. Nemmeno una nuvola… davanti a me passeggiano ragazze sorridenti, chiacchierando. Sono tutte diverse ma tutte ugualmente belle quando sorridono.
Che sia questo il paradiso? Beh oggi lo sembrava ma in realtà era sempre stato tutto lì, ma ora lo vedevo! Semplicemente la mia mente era finalmente libera di viaggiare, di vedere il mondo con occhi diversi, con una spensieratezza infantile ormai dimenticata.
Ebbene si, gli esami sono finiti… Basta con lo studio a memoria di dimostrazioni e teoremi, ora c’è la vita, quella vera! Ed è tutta davanti a me, pronta ad essere afferrata, affrontata, combattuta. Io sono pronto, o almeno credo. In ogni caso sono qui e ora tocca a me. E se sono qui è grazie anche a voi che mi siete stati vicini ognuno a modo suo e spero che continuerete a farlo. Io per voi ci sarò, sempre. Ormai è risaputo che un AleBerta è per sempre, e non c’è indulto che tenga.
Non resta che attendere l’arrivo del mio ultimo compagno di viaggio, quello che è rimasto volente o nolente in corsa fino all’ultimo con me e ora si accinge a tagliare il traguardo. Insieme grandi lotte, grandi delusioni ma anche grandi vittorie. Là dove la mente non poteva, la preghiera ci aiutava (a saperlo prima… ragazzi funziona davvero!). Tieni duro e guarda sempre avanti che la vita ti attende, quella vera!
Un mojito virtuale a tutti!
Vi voglio bene!

venerdì 4 luglio 2008

Quando Kekko ha voglia di scriverti...

Ciao Claudio, come va?? Tuttapposto??
Ti scrivo una mail, visto? Che ne so...mi è venuta voglia di scriverti...è stata un'emozione improvvisa e non voglio farla scappare...per cui scrivo!!!

In questi giorni ero a lavoro e visto che ho molto da fare, mi dico: cazzo faccio, do un occhio al blog! Come si chiama?? Mmm…Gotham city?? No cazzo…ah, aspè, scriviamo APERITIVO RHO…magicamente salta fuori, terza voce! PERFETTO.
Ammetto che fino ad oggi l’avevo guardato solo di sfuggita. Ora ho un po’ di
tempo e leggo. Guarda guarda…scrive anche ale, si vabbè ma non è come Claudio o Claudiano.
Mi soffermo a leggere i tuoi racconti. Non mi sorprendono fluidità, scioltezza e capacità. Leggerli è davvero piacevole!!! Del resto questa è una dote innata e tu l’hai sempre avuta (a parte nello scrivere relazioni!!!). Dote innata poi accresciuta dalla tua cultura letteraria: le gare su Macchiavelli, Ludovico Ariosto, Leopardi, Foscolo, ecc. ti dicono qualcosa?
Mi sorprendono, invece, un po’ la maturità, e la serietà che si celano dietro
a quelle mille parole scanzonate!!! Cazzo…Claudio è sempre stato così??...aspè che penso…vediamo…io l’ho conosciuto ai precorsi di matematica…8 anni fa.
COSA??? 8 anni fa??? Forse mi sbaglio. E no invece, proprio 8 anni fa. Metto a fuoco i ricordi, sento una roba che sale. Ma che vuoi da me?!. Dai mollami.
NOSTALGIA!!! Di quegl’anni. Soprattutto dei primi. Mi sento un po’ patetico ma è la verità. NOSTALGIA.

--------------------
Tutto cominciò con un malleolo rotto, il destro, due stampelle e quella PATATA là davanti a sinistra: cavolo, ora sì che si ragiona, non sono più all’istituto tecnico…qui c’è la PATATA!!! (Ovviamente lei non frequentò nemmeno uno dei corsi che io da buon capotecnico, o meglio CAPOMINKIA, scelsi). Seguirono poi i precorsi. Entro, vicino a me un pelato col pizzetto tipo faraone egizio: ciao io sono Davide. Davanti a me uno con i CAPELLI…neri neri… che subito si
piazza vicino ad una ragazza, ovvio non è più l’istituto tecnico! Dice di fare nuoto…le spalle effettivamente ci sono ma a me sembra più uno che ha smesso o al max un ex-nuotatore sul viale del tramonto. Minchia quanto parla. A fianco a lui un suo amico, ma questa è un’altra storia.
Il giorno dopo tutto uguale. Stesse posizioni. Sempre TUTANKAMON a fianco a me. Davanti il nuotatore, ex, con 2 donne a fianco. Del resto non è più l’ istituto tecnico!!
Terzo giorno, tutto uguale. Sempre TUTANKAMON. Davanti il nuotatore, ex, con 3 donne a fianco. Del resto non è più l’istituto tecnico!! Qui promette bene!!!
Da quel giorno in poi non si aggiunse più nessuna donna OVVIAMENTE. Ma era sempre meglio dell’’istituto tecnico.

Cominciano i veri corsi. I precorsi non sono serviti a nulla. Almeno a me.
Entro, caspita quanta gente!! Prime file tutte piene. Come sempre riempite da ragazze (nere,bionde, rosse), secchioni occhialuti, più di un leccaculo
(chiunque si sentisse tirato in ballo sappia che ogni riferimento puramente casuale), e qualche genietto. Va da sé che il mio posto non è lì. Quanta gente!!!
C’è TUTANKAMON, ma cazzo non eri morto!!!
C’è uno che già ci prova con tutte le ragazze, ma lui non lo fa a posta. E’ l’ istinto a governarlo. Il piacionismo è più forte di lui. Meno male che la sua morosa è sportiva. Ha occhi da sognatore.
C’è uno stempiatissimo. Mi sta sulle balle. Non è simpatico per nulla. Biondino, che cazzo si guarda?!?! (è la mia piaga ormai da anni)
C’è un altro col faccione tondo. Sembra avere sempre il musone. Parla pochissimo. Deve essere timidissimo. Minchia oh…sveglia!!!
Mi siedo, ed entra una sorta di babbo natale panzuto. Biascica parole. Qui non si sente nulla. Per fortuna queste cose io le so già.
Da dietro un casino infernale con accento Bergamasco,Bresciano ecc. Una voce spicca. Mi giro, occhi azzurri. Che cazzo di accento hai??? Di dove sei? Bergamo? Brescia? Anzi, forse CREMA? Minchia quanto rompi le palle!!!
Davanti tre ragazze si lamentano del casino di quello dietro. Una in particolare è inviperita. Cazzo rilassati. Occhi verdi cattivissimi. Le due a fianco (una riccia bassina, l’altra liscia molto a modo) la placano.
Entrano due. Uno ricciolone. L’altro sembra palestrato. Biondino. Mostra subito una cicatricciozza sulla spalla. Cazzo mangia 3 bomboloni alla crema alla volta. Sembra timidino. (Vi assicuro, lo sembra e basta!!!)
TUTANKAMON si scrocchia le dita, e il babbo natale panzuto gli offre la propria spina dorsale da scrocchiare.
Ah…eccolo…l’ex-nuotatore…sembra divertito da tutto ciò…sempre col suo amichetto appresso…OCCHI GIOIOSI…mmm parla di calcio, comincia a starmi simpatico!
Non è più l’istituto tecnico, ma a parte qualche patata, a me non sembra molto diverso.
Ah…giusto per essere chiari e onesti…in quell’aula c’era anche uno con dei capelli che non ricordo nemmeno più, musone ma di brutto, lunaticissimo, polemico di brutto, parla quando c’ha voglia e indossa uno zainetto delle brigate rossonere. Brutto personaggio.

Tutti pronti, almeno lo sembrano. Tutti con entusiasmo, forse non tutti.
Tutti alla pari, sui blocchi di partenza (un po’ affollati a dir la verità).
VIA!! E’ cominciata un’altra corsa. Obiettivo sconosciuto.
--------------------

Ehi Cla, sisi lo so ho divagato un pochino. Ma ti ho detto, colpa della nostalgia. Non avrei mai detto che quelle persone sparse qua e là in quell’aula potessero far parte della mia vita fino a tal punto. Che potessero addolcirla, inasprirla, colpirla, graffiarla, curarla, accarezzarla, a volte sfiorarla altre volte condizionarla irrimediabilmente. Sembra sia passato un solo secondo
da allora.
Ero partito da una domanda. “CLAUDIO È SEMPRE STATO COSÌ??”…RISPOSTA…NON LO SO…o meglio…ovvio che no…tutti cambiano…le persone, gli eventi e tutto ciò che ci circonda ci cambia…però aspetta…fermati...guardati…si ovvio, hai perso i capelli, ti sei un po’ ammosciato e hai perso un pochino di fascino. Però guarda gli occhi, sempre uguali, sempre quella gioia in fondo. Alle volte può essere un pochino offuscata ma c’è sempre lì in fondo. E’ quella che ci fa ripartire sempre.! Sento che sei ripartito. Mi fa piacere, davvero tanto!
Ci vediamo presto... ricorda... le cose passano, alcune persone restano, altre vanno...ma un CAPOMINKIA è per sempre.

CIAO

sabato 28 giugno 2008

Da Lassù, guarda AleBerta quaggiù!

O san Giuseppe da Copertino, amico degli studenti e protettore degli esaminandi, vengo ad implorare da te il tuo aiuto.
Tu sai, per tua personale esperienza,quanta ansietà accompagni l'impegno dello studio(degli esami) e quanto facili siano il pericolo dello smarrimento intellettuale e dello scoraggiamento.
Tu che fosti assistito prodigiosamente da Dio negli studi e negli esami per l'ammissione agli Ordini sacri,chiedi al Signore luce per la mia mente e forza per la mia volontà.
Tu che sperimentasti tanto concretamente l'aiuto materno della Madonna, Madre della speranza, pregala per me, perché possa superare facilmente tutte le difficoltà negli studi e negli esami. Amen.



E col santino della tradizione alla mano mi preparo per il Mante!

domenica 8 giugno 2008

AleBerta...Quando ti prende e ti porta via...

Ciao piccoli granelli di sabbia, anche se siete pochi siete i migliori e sicuramente sufficienti per un giardino zen di quelli piccini da mettere in soggiorno.
Ci scuserete per questa lunga attesa, non vi abbiamo dimenticato!
A volte succede che la vita ti prende e ti porta via con se e non hai il tempo di gustare quello che ti succede che ti capita qualcos'altro di ancora più intenso e tutto si mescola insieme in un turbinio di sensazioni difficili da descrivere.


Ma ora non si può più attendere, è ora di raccontare... Ed è la mia versione dei fatti, ovvero quella non molto poetica ma di sicuro la più vera ;)

Fulvio, Sonia, Massi e Fede... Non è un'associazione a delinquere, almeno se non aggiungi all'elenco anche Dani e Ale!
E come potevamo mancare, quando ti dicono "Ragazzi, weekend a Bibione, torneo di Beach Volley, ci saranno una marea di ragazze!"


Di tutto ciò avevo assimilato due cose, campeggio e ragazze... Brad invece solo una...


Il tempo di pensarlo eravamo già in macchina, tra nuvole sogni e arcobaleni.

In anticipo di 2 ore rispetto agli altri ma nonostante ciò troppo in ritardo per accedere al campeggio che chiudeva alle 23. Ci invitano a montare il campo in una piazzola di sosta esterna e il giorno dopo ci avrebbero dato accesso al campeggio...

Io penso alla mia tenda: due camere, 12 metri quadri di soggiorno, altezza 1.90 cm... "Brad butta giù le 2 tende ad apertura rapida che noi andiamo a dormire dalla Tuccia a Caorle!" Per fortuna c'era la mitica combriccola Tuccio, Tuccia, Checco e Roxy... erano abbastanza vicini e ospitali da salvarci da quella scomoda situazione.

Lanciamo le 2 tende: flap! flap! E davanti agli occhi attoniti di tutti i presenti in 10 secondi avevamo preparato il campo base e con superiorità ci mettiamo a sorseggiare un cuba libre su una panchina mentre gli altri campeggiatori imprecavano incastrati fra picchetti e teloni. Consegnate le chiavi dei 2 locali ai ritardatari raggiungiamo Caorle dove un comodo divano-letto (non castello) ci aspettava. Per non parlare della crostata della buonanotte, che splendida accoglienza!



Dopo una morbida notte e una calda colazione ritorniamo verso il campeggio. Non si poteva più rimandare era il momento del montaggio della tenda. Si tratta del momento più intenso del campeggio, quando una palla in forme di tessuto e paletti diventa un'accogliente dimora... Però vedevo dei dubbi negli occhi di Brad, lui la viveva in un modo diverso:" Ale quanto cacchio ci vorrà a montare sta roba?" Io: "Bah, penso sui 15-20 minuti" Dany: "Che sbattone!"

Un'ora e un litro di sudore dopo tutto era pronto. Daniele pezzato più che mai mi guardava con occhi stanchi ma ora soddisfatti. Il frigorifero era già installato nel soggiorno e con un ennesimo cuba diamo il via ufficiale al campeggio.




Arriviamo in spiaggia... oltre 150 campi da beach volley, una roba mai vista... Palle ovunque. Noi essendo le uniche 2 persone a non sapere usare un pallone per non farci scoprire cercavamo di non venire mai a contatto con niente di sferico. Non petevamo svelare il nostro punto debole e la sferofobia era nostra unica via di salvezza.



Stanchi dall'opera di montaggio ci mettiamo quindi a prendere il sole. O meglio la sabbia! Immaginate 5000 persone che camminano, saltano, si tuffano, corrono sulla sabbia. Dopo poche ore sembrava avessimo fatto la Parigi-Dakar su una moto con su solo il costume.

Arriva la sera, il momento dello spritz party! Attendavamo quel momento da tutto il pomeriggio, e non eravamo gli unici... Una fila immensa di gente intorno a dei tendoni sgomitava per aggiudicarsi la mega brocca da un litro di spritz... Il prezzo della brocca era decisamente basso per la quantità e Brad che è un signore non ha badato a spese e ne ha acquistate 3 per noi 6. Al primo assaggio era chiaro il perchè di quel prezzo. Avevamo comprato 3 litri di una brodaglia allucinante! Non si poteva bere, arrancavo... Quando gli altri si giravano ributtavo in brocca il mio bicchiere, e penso facessero così anche gli altri perchè le brocche invece di esaurirsi aumentavano...

All'improvviso Sonia ha il colpo di genio e guarda verso Fulvio:
"Ehi McFly non ce la farai mai a finire tutta la brocca in un colpo!" Ovviamente Fulvio non ci ha deluso e dato che il mio cellulare faceva solo filmati da 10 secondi in un batter d'occhio ha fatto sparire il liquido spritziforme liberandoci finalmente da quella tortura.



Tuttavia molti, pallavolisti e non, gradivano quella brodaglia, infatti un'ora dopo eravamo rimasti in pochi a non barcollare. C'era anche un addio al nubilato in mezzo a quel marasma di gente e io e Dany ci sentimmo finalmente a casa. Un ragazzo molto simpatico ci ha offerto in dono Giorgia, la testimone, a patto che la trattassimo come una regina e che la nostra fosse una storia seria. Poi dopo aver toccato le parti basse a Brad ha scosso la testa e l'ha portata via, chissà poi perchè... Quella sera le aspettative erano tante e Brad annusava l'aria in cerca della ragazza giusta, quella che stà per cadere svenuta nella sabbia per poterla rianimare a modo suo. Potrei raccontarvi di Cecilia, un blocco alla mano non le permetteva di separarsi dalla brocca di spritz (credo gliel'abbiano amputata). Di Giorgia2 che prima ci caccia via poi si innamora di noi poi ci riodia perchè siamo di Milano (ma ce la fai?!). Di Debborah(con l'h?) che abbiamo accompagnata in un locale come dei gentlemen e poi (dopo aver saputo che siamo di Milano) è andata via con un altro... Insomma riassumendo: Un Cazzo!


"Brad, da domani noi 2 siamo di Como!"
Però avevamo la tenda, avevamo il frigo e sopratutto 2 camere separate cosa che mi permetteva di dormire sonni tranquilli.


Il giorno successivo eravamo belli pimpanti, cappuccino e dritti in spiaggia a metterci in bella mostra. Il pomeriggio Massi era in vena di attività fisica e cercava di convincere dani a fare delle strane acrobazie sulla sabbia. Il problema è che Daniele è capace di fare un movimento solo se prima l'ha visto fare da qualcunaltro. Si tratta di una specie di sindrome del camaleonte, infatti quando Massi ha fatto vedere come fare subito si è cimentato.

A quel punto preso dalla sindrome Brad era in grado di imitare qualsiasi gesto o movimento, incredibile! Andiamo a Lignano per cena e nel tragitto verso il ristorante Dani vede Massi fare una capriola e... Tac! Imita... Massi fa uno slalom tra dei paletti e Dani... Tac! Uguale... Uno per strada piscia contro un muretto e Dani...Tac! Identico! Una cosa impressionante vi assicuro...


Al ristorante una cena mai vista, una quantità di pesce e carne stratosferica a un prezzo davvero irrisorio. Insomma non stavamo più in piedi, anche Dani non imitava ormai più... Esce per una sigaretta e attraverso il vetro vede una ragazza, mora, molto carina! Tramite una minuscola fessura si scambiano alcune frasi e in un attimo lei e fuori a scroccarsi una sigaretta... Non so cosa si siano detti di preciso, so solo che alla domanda "di dove sei?" Dani ha risposto" di Como!" e lei "Ah io sono di Milano, peccato se no ci si poteva vedere..." Brad solo noi sappiamo il perchè di tale destino infausto, è il Karma...Non ci restava che berci un caffè, un ammazza caffe, un cuba libre e rimetterci a nanna...

La notte passa veloce e un dolce suono ci risveglia la mattina successiva. Un camion svuotava i cestini della spazzatura di fronte alla nostra tenda... eh vabeh alle 7.30... poi un'altro camion... e vabeh... poi passa uno davanti alla tenda con uno spazzolone, e si alza una voce "...ma scopare a quest'ora!!" Brad per una volta aveva ragione, non era proprio il momento per una scopata. Ma dopo un istante di silenzio la scopata ricominciò, insomma ci toccava per forza alzarci!


Colazione veloce e dopo un ultima passeggiata nel campeggio la triste opera dello smontaggio della tenda. Per fortuna la tenda si è lasciata addomesticare senza troppi problemi e per magia la nostra splendida dimora è ritornata a occupare lo spazio di un borsone.

Viaggio senza intoppi, stanchi per il sole, felici per i sogni, tristi per le delusioni e carichi per l'astinenza. La vita è così, bisogna prendere quello che c'è e non prendersela per quello che manca. Infondo quando hai una tenda, un frigorifero e noi, cosa si può volere di più... Brad non rispondere, è una domanda retorica.


Per tutti un abbraccio e... non finisce qui...

Claudiano...e la fata del bordo

Ciao, omini focaccina! Come state?
Questa è una di quelle notti in cui meritate una storia prima di addormentarvi.
E le storie, lo sapete bene, piace raccontarle a me.
Salite tutti sulla mia Delorian volante, perchè tra poco vi porterò
indietro nel tempo di qualche giorno.

29 Maggio. Gallarate. Vasca lunga all'aperto.
L'ultimo appuntamento della stagione. L'unico per cui mi fossi veramente preparato quest'anno.
50 stile, al mattino.
100 rana, al pomeriggio.

L'avvicinamento alla gara era stato degno di Rocky quattro.
Dieci allenamenti di testa, cuore e gambe.
Accanto a me, in ogni istante, il Batman dei palazzi.
Oramai anche voi non vi stupite più di nulla.
Naturalmente conosceva un modo infallibile per tirarmi a lucido, facendomi perdere peso
senza che la mia forza ne venisse intaccata.
"Claudiano, impara dal Codice! Se vuoi asciugarti...usa l'acqua!"
Cretino io che non ci ho pensato prima.
Con il piglio di una suora (manco a dirlo, con la pancia) dell'asilo mi costringeva a bere tre litri
d'acqua al giorno.
Raggiunsi il peso forma di settantatre chili, che, con petto e braccia depilate mi davano l'aspetto
di un manichino della vetrina di Boggi.
La vigilia ero ad Alassio. Come i campioni veri, in ritiro.

Ho passato una notte dolcemente agitata.
La mattina mi svegliai in ritardo.
Era strano, non ero in grado di leggere l'ora.
Fissavo ogni orologio che avevo per casa, e l'unica cosa che riuscivo a focalizzare erano quattro lancette colorate che giravano all'unisono.
In bagno non riuscii nè a lavarmi, nè a radermi, rendendo così quasi inutile lo sforzo della depilazione.
Nella doccia cercavo invano la fessurina per la moneta da venti centesimi.
Nonappena aprivo il rubinetto del lavandino, e le mie orecchie captavano il gorgoglio dell'acqua, le mie braccia si mettevano a mulinare.
Veloci. Potenti. Senza soluzione di continuità.

Nonostante tutto arrivai all'impianto in perfetto orario.
Il cielo era coperto. E la tempertura era di quelle difficili.
Scelsi di attivarmi nella tinozza.
Una vasca di dimensioni più ridotte, che è utilizzata per le competizioni di tuffi dalla piattaforma.
Entrai in acqua, per qualche bracciata.
Sentivo come frammenti di vetro perforarmi tutto il corpo, fin dentro le ossa.
Il freddo inibiva ogni mio movimento.
A breve ci sarebbe stato il mio cinquanta stile, l'ultimo allenamento prima dell'occasione da non fallire.
Il cento rana del pomeriggio.

Cominciai a prepararmi.
Slip scuro. Costumone. Cuffia. Occhialini. Maglietta. Pantaloni. Cappellino.
A breve avrei lasciato la mia squadra, per dirigermi, solo, verso i giudici per la chiamata.
Mi alzai e salutai affettuosamente tutti.
Mi misero in bocca una caramella per l'alito (perchè non si sa mai) e andai.
Era l'ora del cento rana.

Mi assegnarono i miei sette avversari della batteria.
Li conoscevo più o meno tutti. La maggior parte di loro non poteva rappresentare un pericolo per me.
Meglio, tutti a parte uno.
Un Robocop di due metri, con un petto gonfio come un canotto.
E' due anni che mi pettina senza pietà.
Ma questa volta avrebbe pianto lui.

Ci assegnano le corsie.
Io ho la cinque. Lui la quattro.
Nuoteremo vicini.

Mi spoglio.
Levo il berretto.
Ho i capelli cortissimi, come non lo sono mai stati.
Il mio avversario in quel momento ha capito quanto avrebbe potuto essere difficile pettinarmi.
Tolgo la maglia. I pantaloni.
Mi infilo gli occhialini. E infine, la cuffia.
Salgo sul blocco.
Sono tranquillo. Sicuro di me.
Delle mie urla. Del mio cuore.

Ad un certo punto però vengo assalito da un senso di vertigine. Di vuoto.
Sentivo ogni muscolo rilassato. Molle. Flaccido all'inverosimile.
Il mio pisello, invece, duro da far schifo.
I casi erano due.
O la caramella per l'alito era in realtà la mitica pillolina blu, oppure quella era la lapalissiana testimonianza che,
dopo dieci mesi di apatia, era finalmente finita la schiavitù dal manico molle.
Ancora cento metri e l'avrei scoperto.

A posto. Via!
Con tutta la forza nelle gambe mi getto in acqua.
Il mio ingresso non è buonissimo.
Comincia la mia subacquea.
Bracciata. Gambata. Testa fuori.
Il mio avversario è subito avanti.
Gli sono ad un metro.
Questo per me è un vantaggio.
Io controllo lui. Ma lui non può vedere me.
Ai venti metri alza la frequenza.
Io rispondo.
Gli sto attaccato.
Ai quaranta metri vedo che rallenta.
Ha un momento di sbandamento.
Sento di doverne approfittare.
Questa volta sono io ad alzare la frequenza.
Mi avvicino a lui.
Tocco il muretto con due mani.
Mi giro.
Subacquea.
Gambata. Bracciata. Testa fuori.
Gli sono davanti.
Adesso o mai più. In questi cinquanta metri avrei dato il massimo.
Le braccia raspavano, mentre le gambe mi tenevano altissimo.
Mi allungavo all'inverosimile fendendo l'acqua.
Ero snello. Ero veloce. Ti ricordi come chi?
Robocop al mio fianco non si vedeva.
Mi sentivo imprendibile.
Quando ai quindici metri vedo accendersi la luce della riserva.
Avevo dato tutto. Ero cotto.
Le braccia e le gambe erano due pesi morti.
Mi sentivo andare a fondo.
E il mio avversario si stava avvicinando.
Stavo mollando. Volevo arrendermi..quando..mi appare lei.
In fondo.
Stupenda. Luminosa.
Capelli sciolti sulle spalle e due occhi grandi come due fanali.
Era lei. Non potevano esserci dubbi.
Era la leggenda. Il sogno.
Era la fata del bordo.
Mi stava aspettando, a braccia aperte.
Dovevo solo fidarmi di lei, dovevo solo ricominciare a spingere, e lei mi avrebbe stretto a sè.
Sento le mie gambe e le mie braccia riacquistare vigore.
Gli ultimi dieci metri, come se fossero i primi.
Mi allungo, per il colpo di reni, e tocco le piastre gialle con tutta la forza che avevo in corpo.
Guardo a destra. Guardo a sinistra.
Nessuno prima di me.
La mia squadra festeggia a bordo vasca.
Questo può voler dire solo una cosa.
E' un personale con i fiocchi.
Alzo la testa verso il tabellone dei tempi.
E' davvero un personale con i fiocchi.
Mi abbandono in acqua.
Questa volta, per la prima volta dopo tanto tempo, non ho perso.

Lo stesso week-end Aleberta e Brad Pitt sono stati con la Sonia&Fulvio e Massi&Fede a Bibione.
E secondo voi...il fatto che io non ci sia stato mi dispensa dal fatto di darvi una mia versione dei fatti?
Assolutamente no.
Immaginatevi la scena.
La notte è serena. Il cielo immensamente frastagliato di stelle.
Nella tenda di sinistra Fulvio e la Sonia.
In quella di destra Massi e la Fede.
Le due coppie in un concerto di grida d'amore.
Nella tenda di mezzo...AleBerta e Brad Pitt.
La testa nel cuscino, a coprirsi le orecchie.
AleBerta:"Dani, siamo felici?"
Brad:"Ma stai zitto, e vedi di farmi un..."

...Questa sera il finale lo scegliete voi...

Ma sì che sono io
Un cuore solitario
E ringraziando Dio
non mi chiamo Mario


Io:"Giusy, tu che dai del tu a Vasco, cosa vuole dire qui?"
Giusy:"Che al bar di Ligabue sono tutti degli sfigati"
Fortuna che mio zio si chiama Pier, e Ligabue a Santa Maria Rossa non si è mai visto.

Stretti stretti.
Claudio.

martedì 27 maggio 2008

Welcome!


Ragazzi non so voi ma io ho una curiosità pazzesca di sapere chi ci legge dall'estero... Ci sono contatti da Olanda, Svezia, America e persino Australia!! Allora vogliamo sapere chi siete!! E sopratutto se ci capite qualcosa di quello che scriviamo!

We want you good!


Very welcome to Gotham, foreigner visitors!

We love you all, please leave a comment when you visit... we want to know your name and your story. Don't be shy... We hope you like our blog, and we also hope you understand what Claudiano write... It's difficult to understand also in italian :-)

Have a nice day


Che dite si capisce? Lele per te traduco io...

lunedì 26 maggio 2008

Che pasticcio...Claudiano

Ciao, soffici gocce di pioggia!
Che faccio...skazzo?
Stamattina sono stato al Santuario di Caravaggio, dove a mezzogiorno in punto mi hanno benedetto la macchina nuova.
Il ritorno l'ho fatto con una benda sugli occhi...la benedizione era di quelle buone!
Ed ora eccomi qui, con l'anima candida mi avvicino a voi.
Fissandovi negli occhi vi racconto una storia.
La regola è una sola... chi si offende è perduto.

Pronti...A posto...
Ligia, se ti muovi sul blocco un'altra volta ti fischio la falsa...
E tu Brad, diamine che razza di occhialini...

Ieri sera eravamo tutti riuniti per festeggiare il compleanno di AleBerta, ed ironia della sorte, una sera dello scorso anno (proprio in questo periodo), avevamo fatto lo stesso.
Il nostro modo di festeggiare il compleanno è del tutto particolare ed inusuale.
Io lo definirei una vera e proria partita a scacchi.
D'altronde il "Codice dei Palazzi" lo precetta così, e noi, adesi, ci si allinea.

In genere il festeggiato raduna gli amici con una semplice mail, in cui non menziona assolutamente il motivo di un tale cerimonioso incontro.
Fa finta di nulla...per farla breve.
Il senso della mail è che ci si incontra tutti, semplicemente per incontarsi tutti.
Il festeggiato infatti è mosso da animo nobile.
Vuole gli amici attorno a se, ma non vuole costringere nessuno alla fastidiosa ricerca del regalo.

Gli amici, ricevuta la mail, non si muovono.
Immobili, attendono.
In cuor loro sanno il perchè del gioioso convivio, ma il fatto che nella mail non venga menzionata la parola "Compleanno" gli autorizza a "fottersene allegramente".
Ma questo stato d'animo di assoluta libertà dura solo qualche minuto.
Il pensiero del regalo si fa strada tra i rimorsi.
E una volta che ha raggiunto la gola non può più essere ignorato.
A quel punto, c'è sempre chi ci pensa.
C'è sempre chi risolve la situazione di stallo.
C'è sempre chi ha un qualche regalo da reciclare proveniente da una vecchia zia, magari disperso in soffitta.
L'ultima volta mi è stato regalato l'anello della Durex...mi sono sempre chiesto da quale vecchia zia provenisse.
A quel punto, dopo un giro di telefonate, ogni rimorso è abbattuto.
Scacco matto!

Dopo un pomeriggio passato a riposarmi per una dura giornata da Kite Surfer, che non può che perdere contro le avverse condizioni climatiche, mi preparo snello per la serata.
Pronto per uscire, mi avvicino per rendere omaggio a mia mamma.
Lei, stranamente, in silenzio.
Falso allarme, stava solo caricando...
DoveVaiConChiVaiSempreInGiroMaACasaNonCiStaiMaiQuandoTorni...
Io:"E la frutta?"
Non l'avessi mai detto...
DeviMangiareLaFruttaMangiMaleSempreInBoccaLeSchifezze...
Io:"Mamma dai devo andare...fammi un CD lo ascolta dopo, davvero!"
A volte è dura essere figlio di EMINEM!

Con un doppio passo mi libero dalla sua marcatura, e mi dirigo celere verso la porta.
Lei mi guarda...e mi dedica il finale:
"Sei in giro con la macchina nuova...mi raccomando non fare pasticci!"
...E uno!

In un soffio ero già sotto casa di Brad Pitt.
Veloce spuntino in compagnia di Larento, conciato come una Multipla, e poi via sulla Smart di Dani, diretti a...
Io:"Scusa Brad, ma dov'è questo posto?"
Dani:"Non dovevi guardare tu?"
Io:"Mah, veramente non so nemmeno come si intitola..."

Un secondo dopo ero al telefono con AleBerta...
AleBerta:"La Villa Fiorita, via Ripa di Porta Ticinese 83"
Io:"Vedi Brad, te l'avevo detto..."

AleBerta però non mi aveva ancora detto tutto...
AleBerta:"Claudiano, guarda che la Ligia viene con Luca...mi raccomando non fare pasticci!"
...E due!

Chiudo la telefonata e guardo Brad negli occhi...
Io:"Com'è?"
Brad:"La Mari porta due sue ex-colleghe. Sono sue amiche...mi raccomando non fare pasticci!"
...E tre!

Bhe...al terzo "...mi raccomando non fare pasticci!", qualcosa in me si è mosso.

Ti Porterò A Ballare Dove Potrai Gridare Saremo Io E Te - Nella Spirale Ovale - Lì Ti Potrò Mostrare Cosa Vuol Dire Osare Saremo Vivi E Nudi - Nella Spirale Ovale - Guardarti Accende Un Desiderio Incontenibile - Ma Non Sopporto Chi Non Ride - Specialmente Le Tue Amiche - Dalla Chiappa Stretta E La Griffe Sulla Borsetta - Chi Comunque Vive In Linea Retta E Sa Sempre Quello Che Lo Aspetta - Io Invece Adoro Stare Al Centro Del Ciclone - Mi Nutro Di Immaginazione Musica Alta A Colazione - Come Una Spirale Di Colore Che Girando Mi Protegge!

Sarei stato incontenibile...

Eccoci qui, tutti riuniti.
Gianluca&Signora (con cui mi scuso visto che non sono riuscito a salutarli ieri sera), Roxy&Checco (a dieta), Denise&Lucio (previdente come Mr. Brown nel suo megaombrello sottobraccio), Laura&Tuccio (e io pago!), la Mari (l'aggiustapasticci), Francesca, Antonella, Brad Pitt (a riposo), AleBerta (il festeggiato) ed infine io.
Anche questa volta niente Lele. Di cognome fa Colombo, ma di sicuro lui non avrebbe mai potuto scoprire l'America.
Mattia dei Palazzi invece era in Umbria per curarsi della sua ritenzione birrica.

Immediatamente la mia curiosità mi spinge verso le due novità.
Le due amiche della Mari.
Francesca, from Lecce, Puglia. Sorridentissima e dolcissima.
Antonella from Latina, Lazio. Lei, va bè...

Ci attavoliamo.
AleBerta alla mia sinistra. Brad Pitt alla mia destra. la Mari di fronte a me. Più spostate le sue dua amiche. Dalla parte opposta tutti gli altri.
Antonella con me parte subito male.
Lei ordina l'acqua, e mi beve la mia coca-cola.

Cominciano le portate.
Mangio come un lupo. Gli ultimi allenamenti mi hanno incrementato l'appetito in maniera disumana, ma nonostante questo sento i pantaloni sempre più larghi.
In vista della gara è un ottimo segno.
Vengo raggiunto dall'antipasto. Divoro formaggi e affettati senza misura alcuna.
AleBerta, compagno di inseparabile di mangiate, mi consiglia di rallentare, in vista dei primi.
E se lo dice lui...

Non c'è nulla da fare...ripulisco tutto.

Arrivano i primi.
Un enorme vassoio con riso e gnocchi tuttigusti +1.
Un vero spettacolo.
La Mari, con gli occhi di chi sa prendersi cura di chi gli è attorno, mi prepara il piatto.
Una spaciugata che non avete idea.
Il riso al barolo si era fuso con gli gnocchi allo speck.
Nel piatto avevo già il bolo alimentare.
Meglio così...sarebbe stato più facile digerirlo.
Io mangiavo. La Mari mescolava e mi riempiva il piatto.
Se fosse specialità olimpica, a Pechino saremmo da medaglia.

Antonella, dopo essere partita male, ha proseguito anche peggio.
Stavo mangiando. La Roma stava dominando sull'Inter.
E lei, romana, stava attirando la mia attenzione per farmi una domanda.
Già mi immaginavo la profondità della questione...

"Scusa, ho bisogno di un consiglio...ci sono due ragazzi che sono molto amici che mi muoiono dietro..."
Io:"Brad, ma 'sto fenomeno ce l'ha con noi? Giuro, questo non è un pasticcio...è un abbaglio!"
Brad:"Claudiano, stasera no...io me la gioco domani..."
"...però ce n'è uno che è più esplicito, ma quello non mi piace...invece l'altro è molto timido, e io vorrei tanto che si facesse avanti. Io lo aspetto, ma intanto già mi sto guardando in giro...cioè...ce ne sarebbero altri che..."
La fermo.
Io:"Scusa, ma da me cosa vuoi?"
Antonella:"Un consiglio..."
Io:"Te ne do uno buono...Sparati!"

L'Inter aveva appena segnato...
E io ero già nella spirale ovale!

Dolce, caffè e amaro della casa.
Quindi fuori, alla ricerca di un locale che potesse contenerci tutti.
Ci incaminiamo sui navigli.
Pieno raso, mi muovevo a fatica...ma nonostante questo avevo ancora fame.
Troviamo il posto giusto e ci sediamo.
La casuale disposizione dei posti mi aveva collocato a debita distanza da tutti i miei potenziali pasticci. Bè non proprio tutti.
L'Inter aveva giustamente perso contro la Roma.
Ed una romana sedeva al mio fianco.

Prima di proseguire, mi soffermerei su un particolare.
Stasera vorrei parlarvi dei piedi.
Da me considerati come la parte meno nobile del corpo umano.
Questa mia convinzione ha profonde radici culturali e storiche.
Vi propongo subito qualche esempio.
Conoscete per caso qualche pittore famoso per aver dipinto piedi?
Di sicuro conoscerete pittori famosi per l'abilità artistica nel trattare i volti, le mani, i seni.
Non di certo i piedi.
Oppure conoscete per caso qualche "piede famoso"?
I libri di storia ricordano la gamba ferita di Garibaldi, la mano bruciata di Muzio Scevola, l'orecchio di Nicky Lauda, ma di piedi celebri nemmeno l'ombra.
Infine, prendiamo l'esempio di Maradona.
Dopo Cruijff e Pelè, il più grande.
Al suo piede sinistro deve ogni sua fortuna. "El pibe de oro".
Ma il mondiale nel 1986 l'ha vinto grazie ad un tocco di mano. "La mano de Dios".
Capite cosa intendo?

Antonella mi era seduta di fianco.
Per essere fine Maggio, la serata era alquanto pungente, e giustamente lei era completamente ed ermeticamente coperta.
Tutta a parte i piedi.
Ma quelli non erano piedi.
Non erano altro che due insaccati, tenuti insieme dai lacci dei sandali.
Enormi. Rossi. Spaventevoli.
Avete mai provato a gonfiare un guanto da chirurgo?
Ecco, immaginatevi questo e capirete come mi sono sentito...
A me proprio non andava di accontentarmi.

Io:"Scusa, ma sono piedi o gavettoni?"
Antonella:"Cos'hai contro i miei piedi? Sono perfettissimi. Tutti i milioni di uomini che ho rimbalzato mi han sempre detto che ho piedi magnifici. E poi io ci lavoro molto. Ci passo sempre sopra un unguento alla menta"
A quel punto Brad Pitt ha avuto un sussulto.
Vedendo che ormai rotolavo nel mio atteggiamento ostile, ha deciso di svegliarsi dal suo torpore.
Ci ha creduto. Questa volta avrebbe vinto lui, giocando in contropiede.
Sulle mie ceneri.
Brad:"Io i piedi gli adoro. Te li posso leccare?"
Antonella:"Cosa? Lui almeno è coerente. Te sei un viscido!"
Bè...magari non questa volta.

La serata era finita.
Veloci ci dirigiamo a casa.
Io:"Dani, siamo felici?"
Brad:"Le donne...se non ci fossero bisognerebbe gonfiarle!"
In un soffio siamo di fronte la casa di Dani.
Questa volta, per la prima volta, non c'è la mia Volvo ad aspettarmi.
Salgo sulla mia Opel.
Giro la chiave e la macchina si accende al primo colpo.
La stereo a palla mi avvolge.
L'aria condizionata mi colpisce con forza il volto.
Volvo che?

Vi stringo.
Claudio.

sabato 24 maggio 2008

Quando Claudiano...e la Volvo se ne va

E' andata via. Per sempre.
L'ho vista caricare sopra un carro attrezzi che non le tributava il giusto merito.
I suoi occhi stanchi. Il suo colore ormai sbiadito. Le sue forme ormai fuori moda.
Per me era la macchina perfetta. Io le macchine da bambino sapevo disegnarle solo così.
Era lei. La mia Volvo.
Chi ha avuto la fortuna di sfiorarla sa bene a cosa mi riferisco.
Io di mio padre non parlo mai.
E' una forma di rispetto. Soprattutto nei vostri confronti.
La Volvo era l'unica cosa di lui che sentissi veramente mia.
Quel tocco di metallo, aveva un'anima.
Nei suoi continui cigolii mi parlava.
E mi piace pensare che quell'anima non mi abbandonerà.
Io vi chiedo scusa per tutte quelle volte in cui vi ho costretto a momenti di puro terrore in sua compagnia, ma lei ero io.

Chi non amava lei, non poteva amare me.
E quindi io non posso che ringraziarvi di tutto questo amore.
Non ci ha mai abbandonato, e di sicuro non lo farà ora.

Un abbraccio.
Claudio.

mercoledì 21 maggio 2008

Servizio Mail del Politecnico...

Da: messaggi.automatici@ceda.polimi.it
Date: 21 maggio 2008 12.40
Oggetto: ComunicArte. Lezione-concerto con Daniele Gay

Quarto appuntamento della rassegna ComunicArte
Daniele Gay violinista,

Milano, Lezione-concerto
Ludwing van Beethoven,

sonata in Fa maggiore op. 24, “La Primavera”

Leila Negro, violino
Claudio Gay, pianoforte

26 maggio 2008, ore 11.30 - aula Carlo De Carli

Politecnico di Milano
Sede di Milano Bovisa
Via Durando, 10 Milano


...etc etc....

Ragazzi ma che cosa organizzate senza dire nulla?!?!
Ma sopratutto Leila Negro non l'avrete mica trovata in via Novara?
Vi vedrò il 28 giugno a Bologna oltre che in Bovisa?
Non ci posso credere...

sabato 17 maggio 2008

Quando Claudiano...e il tetto del 50

Ciao, schizzi d'arcobaleno! Come state?
Io sono da poco tornato dal mio allenamento.
A piedi nudi mi rilasso. Ne assaporo i benefici sotto la pelle.
Sto con voi.
Ne ho bisogno.

Il ricordo di ieri sera è ancora limpido in me.
Per quello che è stato, ma sopprattutto per quello che, a sentire le dichiarazioni della vigilia, avrebbe dovuto essere.

Le premesse erano per una serata alla grande.
Le premesse, come al solito, erano solo false illusioni.

Brad Pitt, incommensurabile nella sua personalissima via per ricercare la propria felicità e, nello stesso tempo la nostra, ha avuto per tutta la settimana un fastidiosissimo grillo che gli saltava da un orecchio all'altro.
Doveva farsi perdonare l'assenza delle tre amiche di Monza all'aperitivo di domenica.
Credetemi, nonostante glielo avessimo deliberatamente fatto credere, per noi non era affatto necessario.
No, non parlerei di una vigliaccata nei confronti di un caro amico, io lo definirei piuttosto un piccolo ed innocente fraintendimento.

Così, come vi dicevo, per tutta la settimana il suo chiodo penetrante è stato quello di organizzare una superserata.
Indimenticabile ed illuminata.
Con le tre ragazze di Monza in prima fila.
Doveva farcela. Ad ogni costo.
Per noi. Per se stesso.
Sarebbe stato il suo capolavoro. La sua Cappella Sistina.
Mi immaginavo i suoi occhi pieni di gioia nel vedere la sua creatura, poi magari resa eterna da una pagina scritta.
Come uno Steve Tyler, brutto come la GrandePunto, al cospetto di sua figlia Liv, bella come la Volvo.

Un piccolo dettaglio: se in questo preciso istante il pensiero della monaca dei Promessi Sposi vi sta sfiorando leggermente il pensiero, allora siete sulla buona strada per capire il suo ed il nostro entusiasmo.

Questa volta non ci avrebbe deluso.
Lavorava in silenzio. Sotto coperta.
Giocava d'astuzia. Non di forza.
Sarebbero cadute presto nella sua rete.
A noi solo il compito di attendere l'annuncio ufficiale.
E noi ne eravamo sicuri.
Presto un suo messaggio avrebbe raggiunto i nostri telefoni.
E così è stato.

Brad:"Domani sera in C.so ci sono 5 amiche mie di Monza..Ci troviamo alle 22.30 davanti al Toqueville." (ndr. Il messaggio è personale, e non compare nella sua interezza)

Il suo capolavoro prendeva forma. Le ragazze erano addirittura cinque, non tre.
Ero al lavoro. Leggo il messaggio. Alzo la testa. Ci ho creduto.
Mattia dei Palazzi era di fronte a me.
Io:"Cosa fai domani sera?"
Mattia:"Paccheranno!"

Il giorno dopo, un altro messaggio.
Brad:"E' finito il malocchio! Stasera ci sistemiamo...C'è anche quella con il coniglietto di playboy tatuato sulla patata...Chi entrerà nella tana del BianConiglio?"
Ero al lavoro. Leggo il messaggio. Alzo la testa. Ci ho ricreduto.
Mattia dei Palazzi, come sempre, era di fronte a me.
Io:"Cosa fai stasera?"
Mattia:"Paccheranno!"

Ecco a voi servita la falsa illusione.
Poco dopo. L'ultimo messaggio.
Brad:"Era troppo bello per essere vero..Il malocchio non è finito..Stasera niente monzesi...Cosa facciamo?"
Ero al lavoro. Leggo il messaggio. Alzo la testa, ma la riabbasso subito.
Mattia dei Palazzi, purtroppo, era di fronte a me.
Mattia:"Non parli? Hanno paccato eh?"

Ebbene si. Il Batman dei palazzi ci aveva preso anche questa volta.
Non c'è niente da fare. Non sbaglia mai.
Lui la vita la conosce. Lui la vita la sa.
E per me, averlo accanto in ogni istante della giornata è un vero piacere.

Io sono pazzo per la vita. Ne sono totalmente assuefatto.
E quando sei così innamorato di una cosa, come lo sono io, sei disposto ad accettare tutto. Sempre.
I bisbigli e le urla. Le carezze e le bastonate.
A volte però è dura, lo ammetto.
Non sono un eroe, e non mi piace apparire più forte, o comunque diverso da quello che sono.
Ci sono momenti in cui mi sembra di non capire nulla.
In cui mi chiedo mille volte il perchè certe cose mi siano date per poi essermi sottratte senza che nemmeno io abbia fatto in tempo a scartarle.
A volte le cose sono così semplici, da sembrarmi così ingarbugliate da stringermi il collo.
Quando è così. C'è ben poco da fare.
Mi siedo. E aspetto.
Qualcosa succederà.

Tanto, il "Codice dei Palazzi" ha sempre una risposta per tutto.
Ad esempio, lo sapevate che il "Codice dei Palazzi" ha un'unica unità di misura in cui quantifica ogni cosa?
Dalle lunghezze. Ai sentimenti.
Siete curiosi?
Immagino di si.
Tranquilli, non si tratta di nessuna barra in platino-iridio saltata fuori dopo un complicatissimo calcolo, contenuta gelosamente chissà dove.
Come sapete, queste erano le scemate che ci raccontavano a scuola.
La vita è tutt'altro.

L'unità di misura per eccellenza si trova a Rho. Via Capuana, 50.
Cos'è?
E' il palazzo per eccellenza.





Così ora sapete che se vi chiedono:
"Quanto sarà alto quell'abete laggiù?"
La vostra risposta non potrà che essere:
"Al massimo cinque piani del 50!"

Oppure:
"Quanto manca alla fine della partita?"
"Dani tieni duro, tra tre piani del 50 finisce tutto!"

Per dire che siete un po' giù di tono, potrete usare l'espressione:
"Mi sento un po' al piano terra del 50!"

Per dire che siete affamati:
"Mi mangerei dodici piani del 50!"

E via di seguito...

Infine non dimenticatevi mai dei sottomultipli:
"Guarda quel bambino, sarà alto al massimo tre gradini del 50!"
"Ci ho messo pochissimo, non più di uno zerbino del 50!"

Il Codice dei Palazzi.
What else?

Ma torniamo a bomba a noi.
Alla serata di ieri.
Brad aveva fallito.
Ma prendere un po' di pioggia ci avrebbe fatto bene comunque.

Saremmo andati al SanBarth. A Rescaldina.
L'appuntamento era alle 21.45 sotto casa mia.
AleBerta alla guida della mitica NonnaMobile con tanto di fazzolettino svolazzante sulle prese d'aria ad indicarci l'autonomia di ossigeno nell'abitacolo, Brad Pitt con le sue fiammanti mini-sigarette ricevute in regalo da mio zio Pier ed infine io.
Alla rotonda di Saronno ci saremmo uniti a Tuccio.
No non dimentico nessuno.
Ragazze. Niente.

Rivedere Tuccio è sempre un vero piacere.
Lui è il nostro baluardo contro i cattivi.
E' un ufficiale della Marina Militare. Elicotterista.
A breve lo faranno Tenente, ma quando gioca a pallone con la selezione
del suo corpo è "Il Capitano".

"Fammi volare Capitan senza una meta
tra i pianeti sconosciuti per rubare a chi ha di più
Nel suo occhio c'è l'azzurro, nel suo braccio acciaio c'è,
nero è il suo mantello, mentre il cuore bianco è...
Capitan Harlock!"

Per noi è come avere un figlio che studia in un collegio in Svizzera.
Ogni volta che, dopo un mese passato a lottare con straordinari e trasferte,
mi arriva lo stipendio e l'occhio mi cade su tutti quei soldi trattenuti dallo Stato, mi
viene da pensare:
"Ma porca pu...No, dai non fare così. E' per Tuccio. Lui è in Marina. Gli servono le scarpette pulite, la benza per l'elicottero, le matite appuntite..."
E li mi calmo...

Poi quando torna a casa, e ci racconta della sua sfavillante carriera, non possiamo che esserne felici.
Per un figlio si fa questo ed altro...ma sempre a patto che la pagella continui ad essere così buona.
Sia ben chiaro.

Entriamo al SanBarth.
Desolatamente vuoto. Come noi.
La cameriera ci rassicura.
"Qui la vita comincia a mezzanotte!"
"Davvero?"
Rescaldina bellavita. Infatti la troupe di Lucignolo è sempre qua!
Ma và...!!

I mojiti erano tremendi. E l'odore era infernale.
La pioggia aveva risvegliato il mostro della biologica del locale. E io me ne sentivo avvolto.
Rescaldina dolce aroma.
Arriva mezzanotte. Quindi l'una.
Ma di Rescaldina bellavita, nemmeno l'ombra.
Scappiamo a casa di corsa.
Forse ho trovato un modo per trovare sonno la sera.

Salutiamo Tuccio, e ci riposizionamo sulla NonnaMobile di AleBerta.
Ci guardiamo negli occhi.
AleBerta:"La Mari ci ha invitato nella sua mansarda, andiamo?"
Brad:"Siiiiiii!!! Ci penso io, la chiamo e le dico che arriviamo"

La Mari al telefono con Dani ci ha rimbalzato.
Non era la serata di Brad Pitt.
Pazienza.

Oggi è Sabato, credo che stasera mi prenderò le ferie e starò a casa.

Ora vi lascio. Ma tornerò presto.
Sapete, di recente mi hanno portato sul tetto del 50.
Sono qui solo.
Seduto. Aspetto.
Qualcosa succederà.
Non avete idea di come sia meraviglioso il mondo da quassù.
Tra poco, il sole si abbasserà.
Ci sarà un trionfo di colori indescrivibile.
E io questo spettacolo non intendo proprio perdermelo.

Un ultima cosa, non vorrei che Steve Tyler si sia offeso per quella storia della GrandePunto.
Facciamo così, mi metto una mano sul cuore e rendo immortale anche lui.
Per cortesia, silenzio.

Come and save me tonight
I could stay awake just to hear you breathing
Watch you smile while you are sleeping
While you're far away and dreaming
I could spend my life in this sweet surrender
I could stay lost in this moment forever
Every moment spent with you is a moment I treasure


Vi abbraccio.
Claudio.

martedì 13 maggio 2008

Quando AleBerta... perchè Claudiano ha il manico molle

Cari amici che ci seguite in questo viaggio, mi rivolgo a voi...

Si, voi che quotidianamente trovate il luccichio della vostra giornata in queste pagine.
Voi ai quali riusciamo a regalare a un sogno o semplicemente un sorriso.

Proprio voi, che perdete ore di lavoro persi nella lettura dei nostri pensieri.

Scrivo pensando a voi, tutti e 2!
Lo so come intro non è il massimo e non dura due pagine, ma si sa, non tutti scrivono come Claudiano e io ho sempre avuto il dono della sintesi.

Proprio lui, Claudiano, ve lo ricordate quello che scrive pagine di flussi di coscienza, voli di fantasia, sogni di rock & roll... il manico molle.
Ma si può che manca la mail della domenica?! E non la solita domenica a Rho alla Tana (la nostra bat-taverna), stavolta si faceva sul serio!

Messaggio di Dani: "domenica al puerto alegre, ci 6?"

Che domande, la domenica sera sono sempre in servizio! Ormai a casa i miei nemmeno mi mettono più il piatto in tavola...
Il programma prevedeva l'arrivo da monza di 3 educate amiche dei gay non praticanti.

Beh per venire apposta da Monza a cercarsela devono essere davvero dei tipini interessanti, ho pensato.

Oltre a loro nello stesso locale ci sarebbe stata la festa di compleanno di una ragazza, e dato che io ero il suo regalo non potevo certo mancare.
Invitata d'eccellenza la ligia che nonostante tutto ha sempre tanto da insegnarci.

Dopo una lunga lotta per il parcheggio arriviamo al locale. Per fortuna la festeggiata almeno la conoscevo di vista, dato che oltre ad essere il suo regalo sarei stato l'imbucato speciale della festa.

Si perchè di 30 persone ne conoscevo di vista si e no 2, ma in fondo poco importa, la ligia non aveva mai visto nessuno di loro.
I Cilli erano in gran forma, ma Claudiano già dai primi minuti dava i segni di manicomollite...

BUUUU, avrebbe detto la Giusy, cercando una filastrocca che risolvesse la triste situazione!

Claudiano, la domenica non è fatta per i rimuginamenti, lo sai!
Seduti al tavolo si cerca almeno di conoscere le ragazze in zona. Primo passo è il fare capire che siamo anche noi invitati...

Avete presente il film 2 single a nozze, dove i 2 in questione cercano di spacciarsi per lontani parenti degli sposi per rimorchiare... beh qualcosa di molto simile.
Una volta segnato il territorio bisogna capire quali ragazze sono accompagnate. Perchè noi siamo gentiluomini ma sopratutto siamo allergici ai cazzotti sul naso.
Una ragazza splendida era seduta proprio davanti a me. Capelli mori, vestito verde, occhi bellissimi... Larento mi si avvicina, la guarda, mi guarda... io la guardo, lo guardo...
Claudiano ci salva e in un orecchio mi dice: "ragazzi quello seduto lì è il moroso!"

Per "lì" intendeva di fianco a me a capotavola, posizione ottimale per un destro d'antologia.

"Ma sei sicuro?" e Claudiano: "prima le faceva le carezze e le parlava all'orecchio".

Pure Claudio mi stava parlando all'orecchio ma non mi accarezzava e questo mi ha tranquillizzato un po'.
I nostri sguardi dopo questa notizia si fecero cupi. Restammo ancora qualche minuto ad osservarla, persi in quei profondi occhi neri e poi andammo via...
Claudiano no, lui oltre al manico molle aveva anche il sedere pesante e lo lasciammo alle sue domande irrisolte.

Lanciati nella pista cercavo facce vagamente familiari, ma molto vagamente.

Improvvisamente una ragazza dal fascino asiatico, anzi filippino, risvelgia in me qualcosa di ormai dimenticato.
Mi raccomando la regola del codice: dei morti non si parla! Ma ci siamo capiti...
Comincio a ballare con lei e con la ragazza a cui ero stato poco prima regalato, quando arriva Dani...
Guardo lei, guardo lui...
Dani guarda lei, guarda me...
Penserete, è il momento del panino!
Invece no, Dani si avvicina e mi dice: "Quella lasciala perdere è fidnazatissima!" "Ma noooo! pure lei! Come quella al tavolo che è appena andata via!" e Daniele mi finisce dicendomi "Ma guarda che quello lì al tavolo con lei era suo cugino..."

Sono sicuro che da qualche parte c'è una regola che dice: "quando ti imbuchi, procurati le informazioni sugli invitati se vuoi evitare guai e fregature"
Mattia che capitolo è del codice? O forse la dicevano nel film?

Non lo so, ma ormai era tardi... E Claudio? Boh...
Non ci restava che ballare spensieratamente e con poche illusioni.

Ma all'improvviso quando ogni speranza sembrava spegnersi a darmi man forte entra in azione la ligia.
Manovra impressionante nella sua rapidità ed efficacia: in un secondo entra in pista, conosce la filippina, me la presenta e inizia a ballarci come se fosse la sua migliore amica!
Ma io ancora vado in giro con Claudiano?! Buuuuuuu!
A proposito dov'è?

Eccolo, arriva con i gay non praticanti e ci dice che stanno andando via. In effetti le 8.30 erano passate da un pezzo e Larento non resiste molto dopo quell'ora.
Appena si allontanano in pista inizia il delirio. Io e la ligia in mezzo a ragazze e ragazzi sconosciuti a saltare abbarcciati a ritmo di Vasco!
Che minuti incredibili, già mi immaginavo i discorsi di quei ragazzi all'usicta.
"Ma quei due chi erano?" "Boh, ma non erano amici tuoi?" "Io non li ho mai visti..."

All'improvviso sento dietro di me bracciate a stile libero molto familiari... Claudiano!! Forse irresistibilmente attratto dal ritmo, o forse dall'adrenalina si era lanciato in pista, meglio tardi che mai!
Ormai però le energie erano poche e in fondo poteva anche bastare. Quello che si poteva fare era stato fatto, la torta era finita, lo spumante pure...

Non ci restava che salutare in modo più o meno casuale tutti quelli che avevamo intorno e ritornare verso la macchina.

La Ligia: "Carina quella ragazza mora!" io: "Lo so ma è strafidanzata... però tu il cell potevi chiederlo" Lei: "Mah, forse me l'ha pure detto ma non capivo nulla... per me è bisex..."
Vabeh, mai che capiti una bisex fidanzata con una ragazza. Chissà magari al prossimo compleanno.

Ma le 3 di monza chi erano? Ma c'erano? Boh...

Un grande abbraccio a chi più ne ha bisogno

e uno un po' più piccolo per chi ne ha già tanti

Ma sopratutto un bacio come dico io


Sempre vostro
Ale

sabato 10 maggio 2008

Claudiano e il pensiero felice

Ciao splendidi lampioni che mi illuminano la vita... State bene?
E' un po' che non mi dedico a voi...e me ne scuso...ma ho avuto altre cose per la mente in questi giorni.
Ma ora sono qui...e sono intenzionato a prendermi i prossimi tre minuti della vostra fantastica vita.

Le settimane volano. In un attimo ti ritrovi al sabato.
Domani, è già domenica.

Stamattina sveglia prima del gallo.
Il sabato è il suo giorno libero.
Dovevo lavorare.
Purtroppo è il giorno libero anche della fata della colazione.
Si, lo ammetto, abito con il capitan Findus nella casa del Mulino Bianco!

Esco di corsa a digiuno.
Alle 7.59 ero già avvolto dal mio banchetto. A Legnano.
Completamente solo. Nel silenzio più chiassoso.
Il mio socio avrebbe bigiato anche oggi.
Il caffè di metà mattina non ha senso...senza di lui che me lo prepara!

Non è stato un problema...in un attimo è arrivato mezzogiorno.
Timbro e via di volata.
Dovevo raggiungere Caronno per le 12.30.
Allenamento!
Non potevo mancare. La prossima gara è a fine mese.
Ancora non sono stato iscritto.
E io voglio assolutamente esserci.

Naturalmente arrivo con quei sette minuti di ritardo che mi fanno meritare la consueta occhiataccia dell'allenatore.
Ma lo sapete...noi fenomeni, noi artisti, noi solisti, siamo immuni dall'autorità del direttore d'orchestra.
Giusto?
Mah!

Al sabato l'allenamento è del tutto particolare, perchè è come una grande festa.
Ci sono sempre tutti.
Ed io, per il motivo per cui questo accade, ho una comprovata teoria.
Il sabato è universalmente riconosciuto come giorno di doccia (come la vigilia di Natale), e obbiettivamente quella della piscina a venti centesimi è un incommensurabile affare!
Vero Gioia?
Se scopre che l'ho scritto mi ammazza!

Come vi dicevo il bello dell'allenamento del sabato è che nessuno manca mai.
Il rovescio della medaglia è però che, se arrivi tardi come ho fatto io, la scelta della corsia è praticamente obbligata.

Mi guardo intorno.
C'era un'unica possibilità. Un unico posto libero.
La vasca dei fenomeni.

Ormai ero lì. Non potevo tirarmi indietro.
Nella vasca dei fenomeni completamente a digiuno.

Cuffia.
Occhialini.
Sono strettissimi. Mi sento opprimere intorno agli occhi e sul naso.
Lo scherzetto della Ligia è antipatico e fastidioso.
Ma per ora non me ne importa.

Entro in acqua.
Che strana percezione.
Non nuotavo qui da circa un anno.
Da quando cioè non avevo conquistato l'accesso agli italiani.
Altri tempi. In tutti i sensi.

Sono in acqua, i miei compagni lo sono già da un pezzo e hanno appena ultimato il riscaldamento.
Si comincia subito.
E subito si fa sul serio.
Nella vasca dei fenomeni completamente a digiuno, senza il ben che minimo riscaldamento.

Se solo avessi potuto, avrei di sicuro scommesso sull'arrivo della lettiga.

C'era solo una cosa che potessi fare.
Chiudo gli occhi e mi aggrappo al mio pensiero felice.
Si, il mio pensiero felice.
L'arma in più che ho oggi.
Un pensiero felice può renderti talmente leggero da permetterti di volare, come Peter Pan.

E io dovevo essere perfetto.

Si parte.
Mi sento strano.
Bene.
Benissimo.
Ho la completa percezione di me.
Della mia posizione. Della mia forma. Del mio movimento.
Sento anche la minima gocciolina che mi accarezza il corpo.
Questo è il segno che ci sei. Non solo di cuore.

La testa ha dato l'ordine. Il corpo ha risposto.
Sento come frantumarsi il dolore alle spalle e alla schiena.
Ora ho capito a cos'era dovuto...nuotavo con il freno inserito.

Le mie braccia girano. E girano alla grande.
Le mie gambe mi tengono altissimo.
Sento l'acqua nelle mani come se fosse sabbia.
La sposto, e la getto dietro di me.
La mia testa fende l'acqua. Come un coltello caldo nel burro.
Incamero aria per quel breve istante da permettermi le mie cinque bracciate.
Una volta a destra. Una volta a sinistra.

Le mattonelle sotto di me scorrono via veloci.
Non le distinguo. Ne vedo solo una. Enorme.

Vedo i miei compagni nelle altre corsie. Fanno fatica.
Arrancano, quasi fossero zavorrati.
Io sono leggero. Tanto leggero.
Io sono veloce. Tanto veloce.
Io sono Peter Pan.

L'allenamento termina.
L'allenatore viene verso di me e mi sorride.
Neanche ricordavo che avesse i denti.
La prossima gara ci sarò.
E di sicuro non mancherete nemmeno voi.

Vi auguro di cuore un pensiero felice come il mio.
Un abbraccio.
Claudio.

domenica 4 maggio 2008

Claudiano...e il centro del cuore

Ho bisogno di incontrarti. Di stare insieme a te.
Sarai il riferimento del mio andare.
L'unica ragione. L'unico sostegno.
Al centro del mio cuore ci sarai solo tu.
Vedo il cielo. Anche lui gira intorno e non ha pace.
C'è un punto fermo.
Sei la stella. Fissa. Sicura.
Splenderai. Sarai il mio significato.
Ciò che farò sarà soltanto amore.
Tutto ruoterà intorno a te. In funzione di te.
Non importerà il come, il dove, il se.
Al centro del mio cuore ci sarai solo tu.

venerdì 2 maggio 2008

Claudiano e la vita fantastica

Buonasera, anima candida!
Sei ancora qui da me. E io ti ringrazio.
Voglio onorare al meglio la tua presenza. Sarò la tua guida. Sarò la tua luce nel buio.
Quindi rilassati, e abbandonati a me.
Non pensare a nulla.
Spegni completamente il cervello.

Quando sei con me, il tuo cuore è l'unica cosa di cui tu abbia bisogno.

E' un attimo.
Il mondo attorno a te è già cambiato.
Niente teatro. Niente folla pigiata e assetata di emozioni.
Questa sera saremo solo io e te.
A cavallo di una stella.
Ti mostrerò tutto da qui.

Il racconto comincia da molto lontano.
L'unica cosa che sappiamo è che comincia ora, il sapere quando finirà purtroppo è impossibile.

Sono in autostrada. Sto tornando dopo due giorni trascorsi a Strasburgo per lavoro.
Finalmente, ho rotto la curiosità su che aspetto avesse Vanessa.
Ragazza francese, di origini indiane.
E' tutto quello che posso dirvi.
Il suo capo mi marcava strettissimo.

Mi raggiunge un messaggio.

Dani:"Stasera si esce!Non dire che sei stanco!"

Giungo a casa.
Non vedevo mia madre da un paio di giorni, e il raccontarle quel poco che mi fosse capitato era completamente nei miei desideri.
Ma purtroppo non avevo abbastanza tempo.
Tra esattamente tre quarti d'ora Brad Pitt sarebbe stato sotto casa mia.
E in più mio fratellino Mauri si era preso la briga di andarmi a comprare la pizza.
Se non l'avessi mangiata, dai suoi 95Kg per 187cm di palestra, mi avrebbe di sicuro annodato le braccia attorno al collo.

Quindi velocissimo, onoro mia madre con il tipico saluto militare, le stampo un bacio sulla guancia e inizio a liberarmi dell'armatura che indossavo per infilarmi nella doccia.
Sapevo che non dovevo farlo.
Sapevo cosa avrei innescato nonappena mia madre avesse capito che ero di nuovo in partenza.
Purtroppo non avevo scelta.
Vedo mia madre dietro di me. Velocissima. Arzilla come una gazzella.
Provo a seminarla. Tutto inutile.
Ormai il juke box di altri tempi si è acceso con la sua canzone.
Di filato. Senza fiato.
Questo è il suo rap.
Chi l'ha provato sa di cosa sto parlando.

Mi riferisco a quella interminabile quanto annegante raffica di domande a cui nenche la più rinomata tavola rotonda avrebbe le necessarie abilità per rispondere.
Raffinate. Celeri. Senza inizio nè fine. Continue.
Ne sei investito completamente.
Ogni domanda è come una secchiata dalle cascate del Niagara.
Tutte legate assieme. Senza un pausa. Senza una virgola. Niente di niente.

Completamente nudo, mi fiondo nella doccia e accendo il getto sopra di me.
"DoveVaiConChiVaiBeviTiDroghiL'haiMangiataLaFruttaNonTiSembra
DiEsagerareQuestaCasaNon....
"
Silenzio.
L'acqua nello scendermi addosso copriva completamente qualsiasi rumore.
Ne sentivo i benefici, e adoravo sentirmene avvolto.
Quando un pensierino diabolico mi attraversa leggero la mente...Chissà se...
Chiudo l'acqua...
"TiSembraQuestaLaManieraDiComportarsiSei
UnSelavaggioNonPuoiFare...
"
Non avevo dubbi. Era la versione integrale...

In un attimo mi asciugo e mi preparo.
Una volta vestito mi dirigo in cucina.

Mio fratellino era li, ad aspettarmi.
Mi guardava, tra il dritto e il rovescio con un ghigno che conoscevo.
Vedete, io sapevo benissimo cosa era capitato.
Di sicuro qualcuno gli avrà detto:
"Mauri và a comprare la pizza a Claudio che torna dalla Francia, di sicuro gli farà piacere..."
A quel punto lui, costretto e contro voglia, cosa può fare.
Semplice, sarà corso a comprarmi la pizza ma con un'accozzaglia di ingredienti inimmaginabile.

La pizza è sul tavolo. Lui accanto a me.
Alzo il cartone.
PomodoroCapperiZolaCipolle.
Mauri:"Ti ho preso la tua preferita!!"
Avrei mai potuto rifiutarmi di mangiarla?
Pensate ai nodi alle braccia.
La risposta è semplice. La risposta è no.

Sono a casa da neanche mezz'ora, se adesso vengono qui mia sorella e il moroso vinco il jackpot.

Mi infilo l'ultimo angolo di pizza in bocca.
Inebetito, dalla stanchezza e dalla cena esco fuori.
Brad Pitt, fresco di rasata, era già sotto casa mia ad aspettarmi.
Salgo in macchina. Stranamente non mi saluta. E cosa ancor più grave non parte.
Mi fissa con lo sguardo di chi ha il diritto di sapere qualcosa...non capisco.
Non so cosa gli sia preso...

Ma in un secondo, la mia mente si schiarisce...
Ero in Francia e gli avevo parlato di Vanessa...
Ora lui aveva lo stesso mio sguardo di quando è tornato da Santo Domingo a Pasqua.
Io:"Un cazzo!"

Ora si parte.
Ci dirigiamo verso casa di AleBerta.
Lasciamo la macchina, e ci infiliamo sulla sua.
Io giacevo in posizione fetale nei sedili dietro.
La guida di Ale mi cullava.
Mi sarei addormentato molto volentieri.

In una passata giungiamo sui navigli.
Percheggiamo. E ci incamminiamo.
Era presto.
Il programma infatti recitava che verso mezzanotte ci saremmo riuniti con Fulvio, il Diavolo, Massy&LaFede.
E provate ad indovinare dove?
Coraggio, potete farcela...assimilate bene i due indizi...Fulvio...navigli...
Mi voglio rovinare...vi do l'ultimo indizio...Tesserina da finire...
Esaaaaaaaaaattooooooo!!
Fontanelle!
Qualcuno ha gridato: "Che palleeeee!!!"..????
No? Mah, forse l'ho sognato.

Noi tre, soli, giravamo per quelle vie senza una meta precisa.
In cerca di qualcosa. O forse di qualcuno.
Il Codice dei Palazzi dedica un paragrafetto a questo.
Tre è il numero perfetto.
Se giri solo...sei uno sfigato.
In due...si è due culattoni.

In tre?
Bè in tre...due culattoni, e uno sfigato.
Non avevo dubbi.

Ci muovevamo con passo agile decidendo in quale locale fermarsi per un paio d'ore.
Quando il mio sguardo cade su un gruppo di ragazze fuori da una discoteca. Lontano da dove ci trovavamo.

L'ex Dune Mosse. Proprio di fronte al barcone.
Certo, definirle ragazze è veramente esagerato.
Erano fin troppo piccole. Non avevano neanche l'età di bigiare visto che, secondo me, a scuola ancora non ci andavano.
Guardo Ale. Ci siamo capiti al volo.
Nei suoi occhi c'era tutta la speranza nel riuscire a portare via Brad Pitt da quella mattonella prima, che lui potesse accorgersi di cosa c'era di fronte a noi.
Troppo tardi. Purtroppo Brad Pitt non abbandona mai il suo infallibile radar.
Lo vediamo. Con quel prurito. Già è in fibrillazione.
E' agitato. E' la Scheggia. Impazzita. Incontrollabile.
Come due grilli parlanti con un Pinocchio scalmanato proviamo a portarlo via.
Brad:"Raga avete visto. Dai fermiamoci. Dai. C'è una con l'apparecchio che ci fissa. Dai entriamo qui. Ne prendiamo due a testa e poi usciamo"
Ale:"Dani, fa il bravo. Andiamo via. L'apparecchio lo porto anch'io, rischio di incastrarmi"
Brad:"Claudiano..."
Io:"Lasciami stare...sono in fase manico molle!"
Brad:"Allora ne prendo sei per me!"
Ale:"Ma prendine dieci! Dai andiamo via"

Brad Pitt lo conoscete. Non è cattivo. La sua coscienza lo è stata, impiccandosi quando lui aveva solo tre anni.
Ma a lui pensiamo a noi. Non c'è pericolo.
Bè...a volte il pericolo c'è stato!

Lo portiamo via. C'era solo un modo per calmarlo.
Lo portiamo al King's Pub. C'era la partita.
E per lui la partita è come la Kriptonite per Superman.
Ci sediamo.
Sentivo addosso la stanchezza. La luce soffusa del locale dava sollievo alla mia vista.
Avrei voluto socchiudere gli occhi.
Per un po'.
La partita finisce, e veloci ci dirigiamo all'appuntamento.

Raggiungiamo il locale e immediatamente ci viene assegnato un tavolo per metà occupato da due damerini in giacca e cravatta.
Mi dispiace, ma quello non è proprio l'abbigliamento adatto ad un posto del genere, dove il più educato parla con i rutti.
E' come presentarsi ad una festa di Carnevale vestiti da Babbo Natale.

Sapevamo che Fulvio ci avrebbe presto raggiunto. Dovevamo ordinare prima che lui arrivasse.
L'incubo di un'altra serata a base di cavalieri si stava avvicinando velocissimo verso di noi.
A quel punto Brad Pitt, ha un'idea geniale:
Dani:"Prendiamo due litri di birra&gazzosa e spacciamola per Tennet's Super. Questa sera li stendiamo tutti."
Birra&gazzosa. La nobile bevanda dei nonni al mare.
Io l'ho sempre sentita chiamare "Bicicletta" ma sinceramente ne ignoro il motivo.
Forse perchè, se dopo due bicchieri il nonno in questione non è in bicicletta, non riuscirà a raggiungere il bagno di casa per svuotarsi la vescica.

Il tempo di ordinare e Fulvio, il Diavolo e la Fede fanno il loro ingresso nel locale.
Massy non c'è. E' malato, ma credo che fortunatamente lo rivedremo presto.
Non rivedevo la Sonia da tantissimo tempo. E il rivederla con Fulvio mi fa molto piacere.
Spero tanto che la tempesta sia passata.

La Sonia si dirige verso di noi. In forma. Agile. Stupenda.
E' la prima della fila.
Non mi vedeva da Gennaio, ma invece che correre per buttarsi con energia verso di me, che fa?
Si ferma da quei due tizi al tavolo con noi, li saluta e si presenta educatamente come se fossero nostri amici.
Diavolo...questi due culattoni...con noi??
Ma vaaaaa!!!

Ci sistemiamo. E Fulvio ordina i suoi soliti migliaia di bicchierozzi.
Per lui, sistemata la tessera...sono sistemati tutti.
La serata è stata davvero piacevole. Non ero molto di compagnia. La stanchezza mi copriva come una coperta non permettendomi di muovermi.
Ma stavo bene. Quello che contava era questo.
Verso la fine della serata Brad Pitt, che quella sera si era cibato di pane e Kant mostrandoci di quanto fosse saggio disse:
Dani:"Fulvio, com'è che quando c'è da riempire quella cavolo di tessere vieni con noi, mentre quando c'è da bere gratis vieni da solo?"
In effetti...
La serata era finita.
Dritti a casa.
Il giorno dopo ci avrebbe atteso un'altra giornata campale. Colico. Lago di Como. Kite Surf.

Sento il mio telefonino squillare. Sono le dieci e un quarto.
E' Brad Pitt che mi cerca.
Dani:"Ho parlato con Cristiano. C'è sole e vento. Si va a Colico!"

Tempo un'ora e sono sotto casa sua. Salutiamo al volo Larento, sempre più brutto nelle sue tenute casalinghe, e quindi via.
Veloci. Alla volta di Colico.
La mia barba era lunga e non curata.
In quel momento non ero il solito tronista. In quel momento mi sentivo un surfer.

Giungiamo a Colico. Ci accorgiamo che le condizioni climatiche non erano come quelle che ci attendavamo.
Il vento era inesistente. E il tempo era minaccioso.
Gli sport che dipendono dal vento sono così...fai un'ora di strada con entusiasmo, ma non è detto che questo basti per venire premiati.
Sulla spiaggetta fissavamo le bandiere. Le fronde degli alberi.
Scrutavamo ogni millimetro di aria in attesa di un movimento. Di un alito caldo.
In quei momenti, cerchi aiuto nella fata che più ti è vicina.
Di sicuro lei soffierà verso di te.
La speranza è che quel vento, destinato a noi, non ci venga poi sottratto durante il suo tragitto.

Il vento sembra alzarsi. Ci prepariamo.
Muta. Salvagente. Trapezio.
Veniamo caricati su un gommone alla ricerca di una zona di lago con il vento adatto.
Il gommone salta veloce. Sento l'aria bagnarmi il viso. La cornice è stupenda.
Il lago. Le valli in lontanza. Le ville signorili. Le casettine isolate.
Tutto questo, parte di un quadro meraviglioso ed emozionante.
Ma purtroppo niente vento.
Niente di niente.

Facciamo ritorno mesto alla spiaggetta.
Saremmo dovuti ritornare ancora per la nostra lezione.
Prima però...l'insegnamento.
Non siamo venuti qui per niente. Il destino ci ha voluti qui.
Siete curiosi?
Chiedete a soldato Palla di Lardo!




Velocissimi corriamo a casa.
Anche per questa volta ci starò poco più di un'ora.
La sera saremo al Porto Alegre.
Per la festa di laurea di Fulvio.
Bravo Fulvio. Ottimo lavoro.
Ora non ne mancano tanti. Solo due...e ci saremo tutti.

Mi ricordo l'ultima festa di laurea a cui ho partecipato.
Era quella di Checco. A novembre.
La mia vita in quel momento era profondamente diversa da quella che è oggi.
Altro presente. Altro futuro.
Forse ero diversissimo anch'io.
Ci sono stati momenti difficili.
Ora mi sento che, per quel tanto che mi è stato tolto, qualcosina sono riuscito a guadagnare.
Ho me. Ho la consapevolezza di poter contare su di me. Sempre. In qualunque istante.
Non ho più quello che avevo prima, ma non ho quella smania di bruciarmi per cercare di ritrovarlo subito.
Oggi sono io. La mia forza e la mia sicurezza sono ciò che uso per andare avanti.
Ora è così. Fra due minuti si vedrà.
Il destino mi ha colpito. Ma sono di nuovo in piedi.
I miei pugni chiusi, alti mi proteggono.
E se mai il destino mi apparirà dicendomi che il vuoto che sento dentro non potrà mai più essere riempito...
Bè, la mia risposta non potrà che essere una. Col sorriso a tagliarmi il volto.
"Meglio a me che a qualcun altro!"
Sono pronto. Il resto verrà da sè.

Eccoci qui tutti...attorno a tre tavoli per quanto siamo belli...
AleBerta finalmente con Lele, la Ligia (è il suo terzo SI! di fila, ormai è una di noi), Brad Pitt, la Giusy (Tarantolata), Checco e Roxy (pantaloni rossi e balcondavanzalino), Denise e Lucio (cravatta rossa: The Godfather), Prince (giubbetto da moto nonostante neanche avesse guidato), Nick (grandioso in verde) con signora, Guido, Massy e la Fede con cugina e moroso, il Diavolo e Fulvio, lo scuro festeggiato.
E naturalmente chi non ho avuto l'educazione di nominare.

Il mio pensiero corre veloce verso chi avrebbe voluto esserci, e verso chi non avrebbe mai potuto esserci.
Verso chi c'era e verso chi un giorno magari ci sarà.
Chi non c'è, è comunque con noi. Sempre.

Aperitivo condito con ogni graziosità e quindi di corsa in pista a ballare latino americano.

La pista è grande abbastanza per tutti noi.
E' una festa. Ci si diverte.
Il ballo per me è sempre stato un problema. Non ho orecchio per il tempo, quindi non posso che muovermi scoordinato.
Faccio ridere, me ne rendo conto.
L'importante è non curarsene.
AleBerta teneva calma e rigore prussiane. Aveva di che pensare, ne sono certo.
La Giusy era agitata. Saltava come un grillo. Tenerla era praticamente impossibile.
Brad Pitt, un leone in gabbia.
Ha ancora quella diffida che gli pende sulla testa.

E quindi quelle due ragazze in bianco. Stupende, con un futuro radioso davanti.
Erano li, quasi nude. Accompagnate da due loschi figuri.
Si lasciavano baciare e toccare a piacimento.
Il mondo è anche questo. Il fatto è che ancora non ne sono abituato.

In un attimo è notte.
Con la Giusy torniamo a casa.
Guida lei, dalla sua alta esperienza di tre mesi di patente.
E' sicura e agile. Forse troppo, per uno come me.
Alza lo stereo della macchina al massimo.
E inizia a schiacciare come se fosse in un circuito.
Come dice Brad, "Lei si galvanizza con la musica.
La musica in lei agisce come un potente doping.
E' come l'Ipod per i corridori della maratona di New York".
In effetti come teoria non fa una piega.

Io:"Dani, siamo felici?"
Giusy:"Ascoltate sto pezzo, è stupendo!"
"E quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita, che fantastica storia è la vita!"

Non amare le cose che ti dico.
Se devi amare.
Ama noi.
Un abbraccio.
Claudio.

Live Gotham Visitors