Intro

Salute a te, viandante.
Sei qui con noi. E noi ringraziamo il tuo cuore che fin qui ti ha portato.
Questo è il nostro mondo. Non è reale. Non è immaginazione. E' semplicemente la vita. La nostra vita.Vissuta come noi la viviamo.
Volando nel cielo, ma sempre con i piedi per terra.
A tutta velocità, ma osservando attentamente le maraviglie attorno a noi.
In questo luogo ogni cosa è come tu la scegli. Ti basterà credere, per farne parte.
E quando poi il tuo destino ti porterà a lasciare questi lidi, un pezzo del tuo cuore rimarrà qui con noi. Lo custodiremo, come il tesoro più prezioso, fino al giorno che tu a noi farai ritorno.
Magari, per restarci.

Una sera di primavera mi trovavo in un locale con Brad Pitt.Marydoll. Legnano.

Ragazze copertina. Truccate e patinate come una rivista di gossip per militari o servette.
Tutto girava attorno a noi così velocemente. Ci sentivamo estranei.
L'aria non riempiva i nostri polmoni. Come balene spiaggiate, in Liguria.

In una spiaggia a pagamento.

Claudiano:"Dani, noi siamo felici!"
Brad:"No, non lo siamo. Ci manca un pezzo. Quello più importante.

Non lo troveremo in questo modo. Non lo troveremo stasera. Non lo troveremo qui."
Claudiano:"Ti porto via. Ovunque tu desideri!"
Dani:"Potrebbe essere una soluzione, ma da te stesso non scappi nemmeno se sei Eddie Merckx..."

Eccolo qui. Eddie Merckx.
Tutto è iniziato da quella pagina sulla mia tesi. Da quella notte di Settembre.

Tutto ciò che sono ora, tutte le scelte che qui mi hanno portato hanno inizio con Eddie Merckx...

E allora eccomi qui. Questa è la mia tappa di domani. Questo è quello che devo fare.

Afferrare la mia bici dal cumulo di polvere da cui è caduta e ricominciare a correre. Con voi. Per voi.
Cercherò di caricarvi uno ad uno sul mio bolide giallo, e di portarvi in cima alla salita con queste parole.
Bè, tutti tranne Mattia, il Batman dei palazzi. Lui è salito con la Ninja 600.

Ci aspetta in fondo all'ultimo tornante, dove il prato è più verde e la griglia è già rovente.
Tu porta la carne, che al bere ci pensiamo noi.

Un abbraccio.
Claudiano.

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domenica 27 aprile 2008

Claudiano...quando il soldato "Palla di Lardo" è ad Alassio

Buonasera miei dolci cuori alla Shrek e Fiona.
Che faccio...Skazzo?

E' domenica sera.
E' il mio momento.

Si alza il sipario.
Siete qui per un colossal.
Il colossal.
Ben Hur verrà presto dimenticato.
Mette via le scarpe ed indossate il pigiama della festa.

Alassio.
Immaginatevelo scritto su una collina. Caratteri enormi. In stampatello. In bianco.
Pare che anche ad Hollywood abbiano avuto la stessa idea.



Per me questo posto è magico. Vengo qui da sempre.
Ne adoro i colori. I profumi. L'atmosfera.
Credo che ciascuno di noi sia legato ad un particolare luogo, in cui abbia trascorso momenti indimenticabili.
E spesse volte questo è una località di villeggiatura.
Perchè le emozioni che si provano in estate, in quel breve periodo in cui ci si sente così lontani dalla scuola o dal lavoro, hanno una forza e una verità assolute.
Concentrate in brevi periodi, le emozioni sono distillate in vere e proprie essenze.
La loro intensità è grandiosa. E quindi il segno che ne lasciano nei ricordi, è indissolubile.
Conosco ogni singolo angolo di questo paese.
E in ciascun angolo si cela un ricordo. Una parte di me.
Ogni sberla. Ogni carezza. Ogni bacio.
Tutto in me.
Ci sono cose che lucidamente ho chiuso in un cassetto. Scegliendo di buttare via la chiave.
Per ora è meglio così.
Ma, quando sarete distratti, forse deciderò di raccoglierla e di nasconderla in tasca.


Ad Alassio mia madre dieci anni fa ha acquistato una casa.
Un graziosissimo buco di sessanta metri quadri, a cui si aggiunge un ampio giardino, che niente invidia alla giungla di Salgari per quanto è curato
Arredata con giudizio, ne ha ricavato sette posti letto, in conformità con lo stile militaresco con cui ha deciso di ammaestrare i suoi figli.
Ampia stanza con letto matrimoniale per lei, il generale di ferro.
DivanoCastelloLetto, ArmadioLetto, CorridoioLetto per noi figli, povere burbette.
Qualche dubbio?
Chiedete a lui.
Al soldato Palla di Lardo.













Riunitomi con AleBerta possedevo un ottimo compagno di avventure.
In due ci saremmo mossi alla grande.
Venerdì sera. Riscaldamento, alla nostra maniera.
Due Mojiti al Fluid, dopo cena, giusto per lavarsi i denti con un po' di menta.
Breve passeggiata condita di false illusioni e quindi di corsa a nanna.

L'indomani mattina l'impegno era di quelli seri.
Raggiungere la spiaggia prestissimo, per poi dedicarsi con tutta calma ad una nota trattoria per il pranzo.
Naturalmente la sveglia ha suonato poco e male.
Alle dieci stavo ancora cercando di richiudere, senza istruzioni, il DivanoCastelloLetto.
A quanto pare le istruzioni sono vitali se tieni alle tue dieci dita.



Con il giusto atteggiamento di chi non dispera mai, prima delle undici mi trovavo con AleBerta in spiaggia.
L'abbigliamento mai così azzeccato.
James Bond, con lo smoking sotto la muta.
Noi, con il costume sotto i jeans.
Posizionati in posizione tattica, dalla pelle al cuore contro il sole, AleBerta ha subito avuto l'impressione di essere osservato.
In effetti quella che per lui era un semplice sospetto, per me era una vera e propria provocazione.
Due ragazze a pochi metri di distanza da noi continuavano a fissarci con assiduità.
O erano strabiche, o più semplicemente avevano deciso di accontentarsi.
Purtroppo però il tempo stringeva. Dovevamo pensare su come agire senza darne l'impressione.
Loro guardavano noi. Noi guardavamo loro.
Nessuna traccia del mitico labiale.

A quel punto prendo in mano la situazione.
Io:"Ale, è ora di andare. Mettiamo via tutto. Passiamo loro davanti. Le invito a ballare. La più brutta la prendo io..."
Ale, con l'atteggiamento di un lupo Ezecchiele che già sogna un bel piatto di porchetta risponde:
Ale:"Bravo, Cluadiano. E' così che si fa. E' così che ti voglio. Ma quanto sei bello quando fai così.."
L'avevo illuso. L'avrei deluso.


Mi alzo. Le fisso. Mi avvicino. 1 2 3 stella.
Loro mi fissano. Io non mi fermo.
Sicuro. Nessuna emozione sul mio volto.
Quando ad un certo punto sono talmente vicino da leggere i labiali.
La mia sicurezza li si è rotta.
LaVerde:"Sono due froci. E praticano pure..."
LaBianca:"No, ti sbagli. Vengono verso di noi. Vedrai che adesso ci invitano a ballare. Non fare la stronza, noi accettiamo e il più bello lo prendo io..."
LaVerde:"Secondo me se la fanno sotto e tirano dritto. Si vede lontano un miglio che hanno il manico molle!"

Sono un manico molle. Ho tirato dritto.
Mi rimetto alla clemenza della corte.

Con la coda fra le gambe, senza il coraggio di fissare AleBerta in faccia, ci dirigiamo alla trattoria l'Astigiana per il pranzo.
Riempi il piatto ad AleBerta e lui ti perdonerà qualunque cosa.
Forse in quel ristorante le porzioni erano troppo esagerate.
Ho quasi temuto che oltre ad avermi perdonato mi chiedesse anche di sposarlo.



Nel pomeriggio AleBerta si è recato in pullman a Borghetto per trovare un'amica.
Una futura-ex-trombamica fidanzata con un certo Attila.
Questo è tutto quello che so. Per me è abbastanza per consigliargli di lasciar perdere.
Io sono rimasto in spiagga ad Alassio.
La mattina non avevo completato la cottura.

Giunta la sera, decido di dirigermi a casa per preparami per la serata.
Sarei andato a prendere AleBerta a Borghetto.
Avrei in questo modo approfittato per salutare i suoi genitori e per conoscere la nonna.

Quindi, come un qualsiasi soldato in licenza, camminavo per il budello con tutto il mio bagaglio di ingenuità e di ignoranza nei confronti del destino.

Quando ad un certo punto, sento una tenaglia stringersi attorno ad un mio capezzolo.
Quel tocco era inconfondibile.
Greg era davanti a me mano nella mano con l'Ilenia.

foto eliminata su richiesta del proprietario


Non immaginate la gioia che ho provato nel rivedere questi due amici dopo così tanto tempo.
L'utima volta era stata al Must, alla festa della laurea di Checco, tra Ottobre e Novembre.
Pensate le stranezze, la famiglia dell'Ilenia ha avuto qui una casa in affitto per molti anni.
Ho cercato sempre di combinare un incontro con lei e Greg ma non ci siamo mai riusciti.
E ora, che l'Ilenia non ha più quella casa ci siamo trovati.
Per puro caso. Tutti insieme.
Greg mi ha confessato che, in un primo momento pensava di andare a Rapallo.
Ma eravamo destinati ad incontrarci.
Quindi l'unica camera libera l'ha trovata ad Alassio.

foto eliminata su richiesta del proprietario


Al primo bar ci siamo seduti per un aperitivo.
Le cose da raccontarsi erano un sacco, e tutte con il sorriso sulle labbra.
Il vederli insieme in quella maniera mi ha fatto sentire bene.
Sto cercando il mio equilibrio dopo un terremoto.
E l'amore dei semplici gesti (come un bacio o una carezza), che riempie la vita di chi mi è vicino, così come lo sono loro, a me dà serenità.
Ed è questo ciò di cui ho più bisogno adesso.
Ci siamo salutati per la cena.
Ci saremmo rivisti più tardi.

Noi tre con AleBerta. Per una Mojito Marathon.
In cui l'Ilenia, dolcissima ragazza qual è, ha promesso di soddisfare ogni nostro più recondito desiderio.
Dal gelato A Cuvea. Alla pizza delle due di notte.
MOJITICAAA!

foto eliminata su richiesta del proprietario


Ci siamo trovati tutti e quattro alle dieci e un quarto nella piazzetta dell'hotel Milano.
L'albergo della mia infanzia.

Prima tappa: Caffè Roma. Quattro Mojiti.
L'Ilenia ha cominciato a ridere. Nessuno ha potuto più fermarla.

Seconda tappa: Fluid. Quattro Mojiti.
Io:"Ale, non mi sento niente bene".

Terza tappa: A Cuvea. Tre coppe di gelato, una coppa di fragole.
L'Ilenia aveva chiesto le fragole con, a parte, un pentolino con lo zucchero e il succo limone.
E' stato più forte di noi.
Io e Ale, prima che lei potesse versarne il contenuto, già ce ne eravamo serviti per lavarci le mani.

Quarta tappa: Sul Mare. Quattro Mojiti.
Greg:"Lo sapevo io, non dovevo mischiare con il gelato!"

Quinta tappa: Pizzeria la Pantera Rosa. Tre Margherite, una focaccia di Recco.
Ilenia:"Qualcuno mangia le mie croste?"
Io:"Che te lo dico a fare!"

Sesta tappa: Why not. Un Mojito. Due vodka alla menta. Un chupito.
AleBerta:"Vi voglio vedere voi tre domani mattina a lavarvi i denti con il dentifricio alla menta!"

La maratona era finita. Peccato, avevo appena rotto il fiato.
Saluto marito e moglie e con Ale mi dirigo a casa.

Appoggio la testa sul cuscino.
Io:"Ale siamo felici?"
Non mi risponde. Forse dorme. Forse ci sta pensando.

Il mattino dopo, il risveglio è stato brusco.
La profezia di Aleberta riguardo il dentifricio alla menta si è rivelata azzeccata.

Mia Madre:"Soldato Palla di Lardo sono venuta alle 2.36 e alle 4.13 a vedere se eri già in branda. La prima volta non c'eri. La seconda si. Si può sapere a che diavolo di ora sei rientrato ieri notte?"
Io:"Alle 2.37!Giusto Ale?"
Ale:"Uff!!"



When you're close to tears remember

Someday it'll all be over
One day we're gonna get so high
Cause we are gonna be

Forever, you and me
You will
Always keep it flying high in the sky
Of love

Forever, you and me
Per sempre. Tu ed io.

Claudiano.

giovedì 24 aprile 2008

Quando la Gioia e l'Ilenia ritornano da Claudiano

Buonasera, dolci pan di stelle!Come andiamo?

Sto aspettando il prossimo nuovo visitatore...
Come sempre...speriamo che sia femmina.

E' giovedì notte.
E anche se oggi è teoricamente un sabato, perchè domani sarà praticamente una domenica, questa sera mi sono allenato.
Sono qui. Nel mio spazio.
Cavalcando senza sella.
Si, hai capito bene. In questo momento non indosso le mutande.
Da quando mia mamma ha smesso di prepararmi l'occorrente per l'allenamento, si è infranta d'incanto quella magia che mi permetteva di trovare, sempre ed inspiegabilmente, un paio di mutande fresche e piegatissime in cima al groviglio di vestiti all'interno della borsa.
E così, ogni sera, dopo un duro allenamento, cavalco senza sella.

Le premesse erano buonissime. Mi sentivo bene, ruggente.
Un motivo c'era.
Il programma previsto era corto. La tabella recitava solo un'ora di lavoro.

Ma ad un certo punto, una promessa si compie.
La Daniela Gioia fa il suo ingresso in acqua.
Per me un graditissimo ritorno.

Certo, ormai ho smesso di contare le sue innumerevoli promesse mancate, ma il vederla scendere da quelle scalette mi ha dato una tale, come dire, Gioia, da farmi dimenticare il tutto.
Come vi dicevo, erano solo (a suo dire) due settimane che non si allenava.
Secondo me erano anche tre. Quasi quattro. Approssimabili per eccesso a cinque.

La Gioia ha subito uno scherzo dal destino. Ha ereditato me dal suo ragazzo.
Dario (ve lo ricordate tutti, vero?), infatti, dopo che un incidente in moto lo ha costretto (anche se non tanto forzatamente) ad abbandonare la squadra, si è ritrovato con un problema da risolvere.
Chi avrebbe potuto mai prendersi cura di me, indottrinandomi nell'antica e nobile arte del cazzeggiallenamento?
Chi se non lei. La sua dolce metà.
Il guaio è che la Gioia non si cazzeggiallena.
La Gioia è un vero martello.
Entra in acqua. Ti saluta dolcemente. E ti sorride.
Ma il suo sguardo è oltre. In acqua si trasforma.
Ti appare di fronte come la direttrice di un collegio svizzero.
In quei giorni!

Ma stasera no. Non poteva. Lei era troppo che non si allenava. Io mi sentivo finalmente in forma.
Questa sera l'avrei stupita. L'avrei fatta nera.

Dopo un breve riscaldamento si è cominciato con il lavoro centrale.
Il mio obbiettivo?
Starle attaccato.
Non mollare quei sette centimetri di distanza che mi avrebbero separato da lei.
Non dovevo lasciarla scappare.
Per nulla al mondo.

Venti metri, sento la sua scia che mi traina come una motrice. Sono nella sua tempesta. Mi sento bene.

Quaranta metri, qualcosa non va. Sento che la sua scia perde forza. Si sarà già stancata? No, affatto. Si sta allontanando. Corro ai ripari. Alzo la frequenza. Non ho polmoni, ho solo cuore.

Sessanta metri, l'acqua attorno a me comincia a farsi calma. Sono lento. Pesante nel movimento. Molle nello spirito.

La Gioia mi è già scappata. Il suo mulino spazza acqua ad una velocità infernale.
A quel ritmo io mi arrendo.

Ma quando le presidi dei collegi svizzeri sono in quei giorni vanno in piscina?

Ed eccomi qui. Completamente solo.
Le mattonelle sotto di me che si muovevano lentissime.
Sembravano quasi ridere di me. Ingrandendosi e rimpicciolendosi a loro piacere.
Le mie braccia troppo piccole in acqua. Troppo pesanti fuori.
Sentivo dolore ovunque. Anche in punti in cui non credevo fosse possibile.
Avevo male alla spalla sinistra. Martedì il dolore era a quella destra.
Io non sono un medico, ma secondo me la cosa non è normale.
Mi sentivo schiacciare dietro la schiena.
Se fossi morto in quel momento non me ne sarei accorto...sarei troppo impegnato a lamentarmi.

La Gioia mi era già dietro. Mette fuori la freccia e mi passa.
Le starò attaccato, per altri venti metri.
Non di più. Forse di meno.
Anzi sicuramente.

Ma le sorprese non erano di certo finite.
La seconda si chiamava Ilenia.
Ci dev'essere una festa!
Anche lei mancava da qualche tempo.
Si è posizionata nella corsia accanto alla nostra.
L'ho curata. Nel disperato tentativo di tenere la cadenza con lo sguardo.
Niente da fare. Mi sono bastate due bracciate.
Lo vista tirare come una ruspa.
Scemo io che le ho detto dove sbagliava in virata!
Se si fosse messa in corsia con me, mi avrebbero raccolto con il cucchiaino.

Sono in serate come questa che mi domando cosa aspettino a cacciarmi dalla squadra.
Ma forse la Vania ha ragione.
Qualcuno deve per forza essere il più scarso.
E credetemi, in quello sono davvero il migliore.
In più l'importate mica è andare forte, ma...essere belli!
Giusto?

Buonanotte a tutti, in qualunque maniera stiate cavalcando.
Solo tuo.
Claudiano





La Giusy e il treno dell'anno

Il treno dell'anno ha dodici vagoni,
ogni vagone porta cose buone:
gennaio nevicato
febbraio mascherato
marzo pazzerello
aprile con l'ombrello
maggio fiori e frutti
giugno a casa tutti
luglio e agosto la scuola non conosco
settembre la vendemmia
ottobre con la nebbia
novembre nasci tu
e dicembre c'è Gesù.

Bè, che dire...la Giusy è la Giusy.
NotteNotte.

mercoledì 23 aprile 2008

Claudiano...in the sky with diamonds

Ciao!Come stai?
E' tardi, qui c'è un silenzio meraviglioso.
Potrei stare qui ad ascoltarlo per ore.
Per questo ti parlo sottovoce.
Avvicinati, mi sentirai meglio.
A volte mi chiedo come sia per te avere me nella tua vita.
Ogni ora. Ogni giorno. Ogni sempre.
Io so bene cosa invece significhi per me che tu ci sia.
Ogni ora. Ogni giorno. Ogni sempre.
Io ti sono attorno. Come una calda carezza.
Dove andiamo stasera. Dove vuoi che ti accompagni?
Coraggio, sono curioso.
Sbatterò tre volte i tacchi delle mie scarpette rosse e partiremo.
Di sicuro ci sarà una nuvola desiderosa di darci un passaggio.
Nessuno può fermarci. Lascia che il vento investa il tuo viso.
Ci sentiremo liberi. Ci sentiremo leggeri.
Ti mostrerò tutto.
La povertà della ricchezza. La ricchezza della povertà.
Vedrai come un cieco.
Sentirai come un sordo.
Riderai come un bambino che sta piangendo.
Sarai parte di un tutto, e capirai che sei un niente.
Sarai abbastanza per comprendere tutto questo quando ti si porrà davanti?
Io dico di si. Io credo in te.
Il tuo dolore passerà.
Se non passa. E' già passato.
Ad ogni passo. Una domanda.
Ad ogni passo. Una risposta.
Una alla volta.
Fino a quando dovrai dare la risposta più importante.
Quella all'inizio del bivio.
Quella che non ammette errori.
Quella che non potrai evitare.
Quel giorno arriverà, e io sarò con te.
Saremo pronti. E non sbaglieremo.
Quel giorno ricomincerai da zero,
e riderai come un bambino che sta ridendo.

La capitale del Lichtestain?
Vaduz.
Bravo, ma era un falso allarme.

Claudio.

domenica 20 aprile 2008

Stasera rimango scollegato

Ciao eroi! State bene?
Sono appena tornato da una favolosa serata con voi.
La compagnia era fantastica, come sempre.
Gli ingredienti per una mail da sogno ci sarebbero davvero tutti.
Ma stasera no. Proprio non mi va.
Stasera ho voglia di stare per conto mio, e di rimanere scollegato.
Ciascuno di voi, si ricorderà di questa serata. A modo suo.
Che è poi la maniera migliore.

Ho solo due pensieri.
Mi rivolgo alle due stelle che oggi erano all'esordio a Rho.
La Elena, dolcissima ragazza a cui auguro di vivere la vita sempre con il sorriso stampato in volto.
La Laura a cui chiedo scusa a nome di tutti per le gratuite ironie sulle sigle delle pubblicità.

Mi vado a buttare sul letto.
I miei occhi cercheranno un po' di sollievo nel buio.

Dolce notte, bellissimi.
Claudiano.

100!

Amici e compagni di avventure, ormai sono oltre 100 le persone che ci hanno seguito anche se solo per un attimo nel nostro viaggio. Sono molto orgoglioso del risultato di questo lavoro. Questo è uno spazio che appartiene un po' a tutti noi, e noi apparteniamo a lui. Forse è per questo che piace così tanto. Quindi vi ringrazio perchè senza di voi tutto questo non ci sarebbe.
Stasera lo sbagliatone lo dedico a voi.

Ci vediamo alla BatTaverna!

Con affetto ed affettato

Ale

Claudiano e Brad Pitt...noi Kite. Lezione 1

Ciao, instancabili compagni di avventure!
Come andiamo?
Coraggio, sorridetemi...e riempitemi i timpani con un favoloso:
"Alla grandeeee!"
Eccoci qui..di nuovo insieme..questa volta l'appuntamento è di quelli importanti.

Guardate come vi ho traformato il teatro. Guardate la location.
Colico. Lago di Como. Vento fresco che ti accarezza il volto dolcemente. Vele e acquiloni che si perdono all'orizzonte.
Atmosfera da brivido.
Atmosfera da mail.

Mettetevi comodi, vi racconterò una giornata da Kite Surfer.

E' sabato. Finalmente il sabato giusto per realizzare un sogno.
Io e Brad Pitt ad un corso di Kite Surf.
Se fosse sempre così facile realizzare un sogno!
Pensate, settimana scorsa neanche sapevo dell'esistenza di uno sport del genere fino a quando non mi sono imbattuto casualmente in un video su youtube...



Che te lo dico a fare?
Tempo due secondi, ed ero già al telefono con Brad Pitt.
La decisione era presa.
Il mondo aveva appena visto nascere due nuovi kite surfer.

Il gallo della Oregon Scietific, che tengo sul comodino, prima che il sole fosse alto mi svegliò.
Il sabato mattina è giorno di lavoro.
Come potete ben immaginare lavorare di sabato è del tutto facoltativo, specialmente in un paradiso come è la nostra ditta.
Ed è per tale ragione che ti trovi sempre a passare le quattro ore in totale solitudine.
Abbandonato a te stesso, a dialogare con le piante.
Ma purtroppo le piante che abbiamo in ufficio bazzicano sempre al Fellini.
Quindi, a gentile saluto, non rispondono mai.

Certo, se tutte le ragazze che incontriamo di solito nei locali fossero così gentili da non risponderci nemmeno, per noi sarebbe sempre una festa!
Ma come ormai ben sapete, non è mai così.
Infatti tutte le volte che ci capita, anche solo per un secondo, di sfiorare lo sguardo di una ragazza, veniamo sempre investiti da quello che da noi è tristemente noto come il mitico labiale.

La ragazza che si sente osservata, sa che la sua voce non potrà mai coprire il frastuono assordante della musica, però ha qualcosa da dirci.
E lo fa senza che nessun alito di voce esca dalla sua bocca.
Le sue labbra si muovono lentamente, disegnando la celebre frase nell'aria.
E' il mitico labiale.
"Cazzo ti guardi?"
Credetemi. Il mitico labiale è trasversale e internazionale.
E noi, ne siamo tra i più assidui collezionatori.
E quando succede, si ripete sempre la solita scena.

Io:"Hai letto il labiale?"
Dani:"Si"
Io:"E' il solito?"
Dani:"Si"
Io:"Mi pareva, ma almeno stavolta speravo di aver letto male"
Mattia:"Salute!"

Il Codice dei Palazzi ha una sezione dedicata al gioco di sguardi. E' una trattazione ampia e complessa.
Io sono ancora uno studentucolo alle prime armi, e quindi vi prego di non prendere lezioni da me, ma per tentare di spiegarvi prenderò da esempio un gioco a cui tutti almeno una volta da bambini ci è capitato di partecipare(specialmente quando non veniva a prendermi mia cugina all'asilo).
Il gioco è 1 2 3 stella.
Dal Codice dei Palazzi è ammesso fissare avidamente una ragazza.
Almeno finchè lei non se ne accorge.

Quindi tu la fissi, e ti avvicini. La fissi, e ti avvicini.
Se lei si gira...tu fermo. Immobile. Distaccato. Rilassato.
Quando l'allarme si spegne, continui.
La fissi, e ti avvicini. La fissi, e ti avvicini.
Facile, no?
Beccare, senza farsi beccare. Questa è l'unica regola.
Ma attento. Perchè se lei si accorge.
Sei finito.
Tempo un secondo, e il suo ragazzo verrà a saperlo.
E chissà perchè, in questi casi, il ragazzo è sempre un ex CarceratoPugileDomatorediSerpentiPluritatuato. Grosso quanto una montagna.
Il Codice qui non può più proteggerti.
Anzi, ti abbandona e ti punisce.
Tu hai provocato. E come vi ho detto l'altra volta.
Se provochi, non sarai mai un prigioniero.
Vuoi sapere cosa penso io?
Saper volare a volte aiuta!

Come vi stavo dicendo alle 7.59 ero già in ditta, in attesa del mio braccio armato:
Mattia Baroni, il Bruce Wayne dei palazzi.
Lo sapete lui ha una doppia vita. Una doppia identità.
Di giorno abbandona l'abito da uomo mascherato, per uno più allineato all'etichetta.
Tutti ignorano chi sia.
Nessuno conosce la sua storia. Nessuno sa che è stato bocciato alla Cresima.
La mia attesa è rimasta tale.
La fatina con la pancia che sa ancora volare non si è presentato.
Questo è un pacco bello e buono. Ma di sicuro saprà come farsi perdonare.

Dopo quattro ore di isolamento ero pronto per uscire.
La giornata era stupenda. Un sole caldo si stava smarcando dall'insistenza di alcune nuvole.
Il mio sabato era finalmente cominciato.
Corro a casa.
Doccetta veloce e via verso casa di Brad Pitt.

Partenza per Colico. Lago di Como. A circa un'oretta di strada da noi.
Come credo già sapete, Colico si trova nel punto più a Nord del lago.
Il fatto che non sia una cittadina (come ad esempio lo è Laglio) alla George Clooney, e quindi che non sia una ambita meta turistica, unitamente alle condizioni morfologiche e climatiche decisamente favorevoli, ne hanno fatto una vera culla per i praticanti del kite surf.

Puntualissimi all'appuntamento, veniamo subito accolti da Cristiano, e da un gruppo di suoi amici tutti appartenenti alla scuola di kite che avremmo di li a poco frequentato.
Il primo impatto è stato un vero flash.
Non so perchè, ma mi è immediatamente venuto in mente il film "Point Break".
Quei ragazzi...sembrava tutto così irreale.
Occhiali da sole. Abbronzatura dorata. Sorrisi affascinanti. Capelli spettinati.
Vestiti lasciati al caso...Un mondo su misura per la Elena Afelli.

Certo, il Lago di Como non è l'Oceano Pacifico, e loro non erano seduti attorno ad un falò alto sette metri, ma bensì attorno ad tavolinetto in plastica bianca della GioStile, ma l'atmosfera era comunque affascinante.
Un surfista è un surfista. Ovunque.

Una voce mi riportò alla realtà:
Cristiano:"Io sono il padrone della baracca. Vi insegnerò tutto quello che c'è da sapere sull'affascinate mondo Kite Surf. Quindi non preoccupatevi di nulla, e fidatemi di me e del mio staff. Solo una domanda: Non siete qui per cuccare, vero?"
Noi:"Naaaaaaaaaahhhhh!!!"
Io mi chiedo. Ma dove sbagliamo?
Forse nell'abbigliamento?
Questa volta eravamo decisamente fuori luogo.
Ma d'altronde, per paura di essere rimbalzati, ultimamente indossiamo camicia e Timberland anche per andare a letto.

Prima lezione. Avvicinamento all'attrezzatura e infarinatura teorica.
Il tutto completamente rimanendo all'asciutto.
Io e Brad avevamo un patto.
Non menzionare per nessuna ragione di avere dentro ben più di una infarinatura teorica di areodinamica.
Era meglio non scoprire le nostre carte. Almeno non subito.

Ci presentano il nostro primo istruttore.
Un ragazzo svizzero, di Lugano, che ha passato un paio di mesi in completa solitudine a Cuba alla ricerca "delle meglio" baie o insenature per praticare questo sport.

Il suo unico bagaglio per due mesi?
Uno zainetto per il l'attrezzatura, uno più piccolo per gli indumenti e una cartina.
Null'altro.
Io:"Tu faresti una cosa del genere?"
Brad:"Sei matto. A Cuba alloggio all'Hilton"
Io:"Forse è per questo che il destino ci ha portati qui"

La sua prima frase è di quelle che servono per tranquillizzare le mamme:
"Una volta era considerato uno sport estremo, ora è più di un anno che qui a Colico non muore nessuno"
Più tranquilli di così...

Cominciamo con il montare il primo Kite, superficie cinque metri quadri, ed ad entrare in contato con l'attrezzatura e la terminologia tecnica.
Ad esempio, quello che da loro è definito "Leading edge" era da noi più volte chiamato "Bordo d'attacco".
Il "Leading edge" è il "Leading edge"
Grossa infrazione al Codice.
"Se sei li per imparare non puoi fare il professore".
Non fa una grinza.
Io ho dimostrato subito una certa invalidità nel trattare i cavi e nel gonfiare i cuscinetti della vela.
Saprò rifarmi quando ci sposteremo in acqua.

Una volta montato il tutto, abbiamo iniziato a giocare con un acquilone per imparare determinati movimenti.
Con i piedi a terra tutto ci è sembrato così semplice e naturale.
Ripeto, con i piedi a terra.

La restante parte del pomeriggio è stata dedicata alla lezione di teoria.
Il professore era lontanissimo, nel modo di presentarsi, da quelli insegnanti a cui siamo stati abituati nella nostra vita.
Capello lungo e biondo. Occhiali da sole. E manco a dirlo, abbronzatura dorata.
Ma era comunque un professore.
E quindi non meritava rispetto.

Ci faceva domande, per noi abbastanza elementari, a cui rispondevamo senza colpo ferire, e lui, invece che essere compiaciuto della brillantezza dei suoi alunni, si mostrava stizzito.
Colpito sul vivo.
Sapete, come un Cimabue di fronte al suo Giotto.
La lezione è durata pochissimo.
Il professore ci ha abbandonato quasi subito.
Lasciandoci con Cristiano, a sbrigare alcune pratiche burocratiche.

Un bilancio di questa giornata?
Bè, abbiamo giocato per un po' con un acquilone, abbiamo fatto due nodi e abbiamo assistito ad una lezione in riva al lago.
Per ora abbiamo pagato 300 euri per questo.
Almeno abbiamo fatto piangere un insegnante e stringiamo una tessera che lo testimonia...cose che non guastano mai.

All'imbrunire lasciamo quei luoghi.
Il freddo che aumentava la sua morsa.
Il vento che aumentava la sua corsa.
Torneremo qui per la seconda lezione.
Saremo in acqua.
E il vento sarà tra le nostre le mani.

Un passo alla volta. Compirò il mio percorso.
Ogni cosa è utile. Ogni cosa è necessaria.
Ogni cosa è per me.
E quel giorno, quando arriverò in fondo, urlerò a scuarciagola insieme ai Timoria.
"Sono pronto a volare senza vento"
Lì, spero di non deludere.

Mi controllo il viso. C'è un accenno di abbronzatura dorata sulle mie gote.
Sto forse diventando anch'io un surfusta?

Qui, per sempre al tuo fianco.
Claudiano.


venerdì 18 aprile 2008

Come dice il proverbio...

Benvenuto visitatore dei nostri pensieri.
Amico, non dimenticare che sono i momenti più difficili quelli che ci insegnano di più a vivere. Alle volte è proprio quello che non abbiamo che ci rende grandi.
In fondo come dice il proverbio "ciò che non ti uccide ti rinforza". Chi ha tutto e con facilità non può essere un grande uomo.
Amico Claudiano può capitare di non avere le parole giuste per un amico in difficoltà, ma spesso non servono le parole. Basta far sapere che ci sei col cuore, spesso questo è il miglior rimedio. Le parole posson essere solo chiacchere, come un sorriso di cortesia o un "come va?" detto di sfuggita a un conoscente.
Ma al cuore non si può mentire.
Per citare un altro detto "l'amico si vede nel momento del bisogno".
E noi saremo lì.
Anche quando il bisogno è fatto in mezzo alla strada a pochi passi da una discoteca. Chi vuol intendere inTenda, gli altri in Bungalow...

Vicino a voi col core
In quei momenti, ma non solo

Ale

giovedì 17 aprile 2008

Claudiano...e l'abitante delle Highlands

Ciao angeli!Come state?
Look at me...
A casa dopo l'allenamento, con la borsa ancora da disfare e con una miracolosa tazza di latte tra le mani.
Ho male dappertutto, tranne che alle dita.
Sto un pochino con te, se non ti dispiace...

Sento la stanchezza addosso. Forte e opprimente.
Il letto potrebbe aiutarmi, anche perchè si sa, chi dorme è al sicuro.
Perchè chi dorme, non "piglia pesci"!
Ma sarò lietissimo, anche stanotte, di correre questo rischio.

Ci sono persone molto vicino a me che ultimamente non stanno passando un buon momento.
Mi parlano dei loro problemi. Delle loro giuste ragioni. Del loro modo di essere e di agire.
Ciò che possiedono, troppo si discosta da ciò che meriterebbero.
La vita a volte è davvero nera. Cieca. Tremenda. Incomprensibile.
L'anima frantumata in milioni di schegge che ballano all'interno del tuo corpo, come cristalli a pezzi dentro uno scatola di cartone.
Come vorrei essere la persona giusta, con la parola giusta al momento giusto.
Come vorrei regalare a ciascuno di essi ciò di cui hanno bisogno, semplicemente sbattendo le mie ciglia.

Io mi sono sentito così. E più di una volta.
In quei momenti sembra che tutto abbia fine. Tutto.
La vita è solo quel nichilismo cosmico in cui ti lasci avvolgere.

Però, un giorno ci si comincia a sentire abbastanza forti per aprire gli occhi.
E una volta che hai aperto gli occhi, cominci a riabituarti alla luce.
Piano piano quei minuscoli tasselli di te si ricompongono. Da soli. Prima che tu possa rendertene conto.
Uno alla volta. Giorno dopo giorno.
Il tempo aiuta. Il tempo non tradisce. Il tempo corre.

Pensate, una settimana fa ballavo con mia cugina al ritmo degli Spandau, ora lei ha una figlia che vedo raramente, ma che con cui mi piacerebbe tantissimo dividere un intramontabile Kinder maxi.

Una tazza di latte e una borsa di roba fradicia mi stanno aspettando.
Prima però vorrei regalarvi un pensiero felice.
Chiudete gli occhi, e concentratevi intensamente...

Brad Pitt ti sta cantando: "Il brivido è lo stesso, l'amore non ha sesso".
Gli occhi impomatati, e lo spirito di chi è convinto di sapere tutto, ma che purtroppo non è stato informato del vero senso di quella canzone.
Solo i bambini, puri di cuore, sono dotati di una tale ingenuità.
Lui. L'ultimo abitante delle Highlands.
L'ultimo Highlander. L'ultimo immortale.

Look at me...
Completamente vostro, Claudiano.

martedì 15 aprile 2008

Davide contro Golia

Ciao bellissimi,
questi ultimi due secondi della mia giornata li dedico a voi.
Sto correndo a letto...domani mattina sveglia all'alba.
Sarò a Trino Vercellese per un collaudo.
Questa volta non ci sarà nessun sorrisino francese ad aspettarmi...l'avversario di domani è un orso olandese.
2 metri lungo. 2 metri largo.
Se come accade sempre una testa dovrà rotolare, spero che non sarà la mia, perchè io domani ho un appuntamento con voi.
La sera. Al 2 spade. Come promesso.
Chi ci sarà. Potrà raccontarlo.
Quindi, fossi in te, a casa non ci starei.
Dolce notte, stelle.
A prestissimo, con la testa ancora sulle spalle.
Claudiano, tronista collaudato.

lunedì 14 aprile 2008

LA TENDA

Mi raccomando imparate questa canzone poi vi spiegeremo quando vi servirà.. PS: se non conoscete il ritmo chiedete a Claudiano..

LA TENDA

Signore come è bello non andiamo via
faremo delle tende e dormiremo qua
non scendiamo a valle dove l'altra gente
non vuole capire quello che tu sei

Ma il vostro posto è là, là in mezzo a loro
l'amore che vi ho dato portatelo nel mondo
io sono venuto a salvarvi dalla morte
mio padre mi ha mandato e io mando voi.

Quando vi ho incontrato eravate come loro
col cuore di pietra tardi a capire,
ciò che io dicevo non lo sentivate
è pazzo si pensava non sa quello che dice.

Adesso che capite cos'è la mia parola
volete stare soli e non pensare a loro
a cosa servirà l'amore che vi ho dato
se la vostra vita da soli voi vivrete.

Il tempo si è fermato è bello stare insieme
perché pensare agli altri che non ti han conosciuto
possiamo mascherare la sete dell'amore
facendo del bene solo se ne abbiamo voglia

Ma il nostro posto è là, là in mezzo a loro
l'amore che ci hai dato portiamolo nel mondo
tu sei venuto a salvarci dalla morte
tuo padre ti ha mandato e tu mandi noi

Scendete nella valle vivete nell'amore
da questo capiranno che siete miei fratelli,
parlategli di me, arriveranno al Padre
se li saprete amare la strada troveranno.

domenica 13 aprile 2008

Italia Uno!

ITALIA UNO!

Quando Claudiano ci crede...

Buonasera, carissimo cuore!Come va?
Eccomi qui. Ancora una volta con te. In questo momento ti sono accanto.
Socchiudi gli occhi. Lasciati andare.
Gonfia i tuoi polmoni di vita e potrai sentire le mie braccia attorno a te...Calde quanto salde.

Sono molto felice che il Blog abbia riscontrato successo.
Io in tutto questo ci vedo come una splendida opportunità per starci vicino. Tutti insieme.
Per far sapere l'uno all'altro che nonostante la distanza, nonostante i lunghi silenzi e i lunghi giorni senza vederci siamo comunque una grande famiglia.
Una famiglia di quelle vere. In cui nessuno viene mai abbandonato o dimenticato.
"Hoana, significa famiglia".
Quindi, da parte mia, cercherò sempre di portare alta questa fiaccola. Proteggendone la fiamma, e il significato che l'accompagna.

L'acqua sta già bollendo. E' già ora di tirare fuori l'uovo cotto alla coque dal pentolino.
Non deve essere poco cotto altrimenti fa la bavetta, e nemmeno troppo cotto altrimenti mira al sodo.
E' già arrivato il momento. L'istante.
E' Venerdi.
Il nostro circo itinerante è stracolmo di avidi occhi. Sono qui per ciascuno di voi.
Caro pubblico, questo è il teatro della vita. E' solo finta finzione condita di realtà attorcigliata. Ma gli attori, credetemi, sono i migliori che incontrete in tutta la vostra lunga vita.

Il bar ha ormai esaurito ogni sorta di cibaglia.
Anche le gavette di carne in scatola della guerra del '15/'18.
Ma questa volta eravamo preparati...
Brad Pitt, che dopo il master in finanza sa come far piangere i poveri risparmiatori, con l'intento di aumentare le quote rosa di questo blog e naturalmente il suo fatturato, ha assunto una splendida barista.
Due occhi favolosi...così, a bruciapelo una quarta.
Il bar, come vi dicevo, ha esaurito ogni sorta di cibaglia, ma anche lui non accenna a svuotarsi.
Chissà perchè...

Il sipario si apre. Dimenticate ogni sorta di problema.
Tutto questo è vostro. Tutto questo siete voi.

Eccomi li, sotto casa mia, come ogni Venerdì sera.
In attesa di lui. L'unico. Il tutto e il niente. La copia e l'originale.
Brad Pitt. La Scheggia.
A differenza di quanto crede, in lui c'è anche una parte del capellone di Troy, e credetemi, non è affatto piccola.
Perchè il grande Achille avrebbe affrontato anche il più mostruoso delle creature (che ne so, un Mantegazza con tanga e calze a rete) per il solo piacere di essere ricordato per l'eternità.
Per così poi diventare immortale.
E così, quando salgo in macchina e affettuosamente mi saluta, ho sempre l'impressione che mi dica: "Il taccuino per gli appunti ce l'hai? Alla tua mail ci penso io stasera".
E come ben sapete, non ha mai tradito.

Tirati a lucido dopo una settimana lavorativa tranquilla di soli cinque giorni, ci siamo diretti alla Tana dei Golosi. Rho.
Era tardi per l'aperitivo, quindi il bancone era già stato smantellato.
Ma questo era poco male, l'appuntamento era con Mattia, il Batman dei palazzi con tanto di felpa viola.
Quindi, se c'è Mattia e sei seduto in un bar non puoi che ordinare da bere.
Lui già si era portato avanti, per lui è un vizio, il perchè lo sapete.
Noi andiamo in bici, lui va in moto.
Era seduto con quattro amici e una carinissima ragazza. Al loro tavolo c'erano due sedie liberi proprio accanto a lei.
Sembravano chiamarci. Sembravano dirci: "La vedete lei? E' vostra!".
Ci siamo guardati e ci siamo seduti in un altro posto.
Vedete, il "Mitico Codice d'Onore dei Palazzi" ci sta entrando dentro. Presto saremo educati e ammaestrati come l'addestramento richiede.
Questa è la legge del branco.

La Tana dei Golosi a quell'ora ha un nonsocchè di particolare. Di affascinante.
Non c'è quella ressa che la contraddistingue negli aperitivi domenicali. L'atmosfera è tutta molto più calma, e rilassata.
Buttato giù l'ultimo sorso, siamo usciti. Le gambe già tremavano, ed ero solo all'inizio.

La serata era decisa da qualche settimana. Ci stavamo dirigendo in un locale vicino chiamato Korner (nei pressi della stazione di Rho. Stazione di Rho), dove avremmo assistito ad un concerto dal vivo.
Una di quelle musicaglie mezze funk e mezze rock, che da grande esperto di musica quale non sono non ho apprezzato.
Si perchè nei concerti nei locali non si sente e non si capisce mai nulla. C'è solo un grande frastuono che ti annebbia la vista.
Solo che, se a farlo è Bruce Springsteen resisti anche tre ore.
Se a farlo è un gruppo di capelloni del varesotto, dopo trenta secondi già ti girano.

Ma la musica era solo il contorno. Batman e Brad parlavano, facendomi piegare dal ridere.
Ero li che li fissavo affascinato. Stavo bene. Ero sereno.
Assistivo a quella che è un appuntamento fisso delle mie notti post-mail: "Mattia e l'analisi del testo".
Ha un'abilità disarmante nel leggere tra le righe. Lui capisce esattamente quello che volevo scrivere, e quello che la gente percepirà leggendo.
E a volte, lui me la mostra.
Mi spiega il messaggio nascosto. La morale. Il tutto di una mail che ho scritto io.
Incredibile, ma vero.
A scuola, aveva degli ottimi voti in italiano, mentre in termodinamica era un vero disastro.
"La matematica non sarà mai il mio mestiere!", gridava.
Guardatelo ora, analizza le pagine di uno scrittore da fast-food ma progetta turbine che t'illuminano il mondo.
Ripeto, incredibile, ma vero.
Quello che ignoravo era che anche Brad Pitt analizza i miei testi. Magari non una tecnica così rigorosa. Diciamo pure che la tecnica non ce l'ha, ma anche lui se la cava bene.
Insieme erano un vero cinema. L'allievo. Il maestro.

Vedete, io non scrivo per insegnarvi qualcosa. Non voglio imporvi nessuna interpretazione. Non desidero che vediate le cose alla mia maniera.
Abbiamo passato anni a scuola in cui ci imponevano come e cosa pensare.
Non eravamo liberi di provare le nostre sensazioni leggendo.
Ciò che quella pagina doveva trasmetterti non potevi deciderla tu. Ma era già stato preordinato "dal programma".
Praticamente, una dittatura.
Pensate, se quello che ci hanno detto a scuola fosse tutto vero, ti sarebbe sufficiente ascoltare un disco di Wagner per avere voglia di invadere la Polonia.

Leggetele con il cuore, e vedeteci quello che volete. Liberi. Totalmente.
Questo è il mio messaggio.

Abbiamo quindi passato qualche momento in compagnia degli amici di Mattia e poi ci siamo diretti a casa.
Era solo venerdì, ma erano già le due.
Il riscaldamento pre-partita era andato bene.

Sabato mattina, sveglia presto.
Ho dovuto accompagnare ancora una volta mia madre da un grossista di rivestimenti per pavimenti.
Alle sette ero già sull'A4.
Completamente a digiuno dal sonno.
Verso mezzogiorno ero già a casa, e mi sono diretto all'allenamento.
Avevo stranamente voglia. Il mio mulino girava a mille. Come ai bei tempi.
Il mio allenatore se ne è accorto.
Dopo un anno in cui praticamente siamo ai ferri corti, mi ha fatto i complimenti dicendomi:
"Vedi che se la sera non esci e vai a letto presto poi in vasca mi rendi?"
Appunto...


Il pomeriggio mi sono rilassato. Chiaccherando con amici.
Ma al sabato si sa...è subito sera.
AleBerta ci ha organizzato tutto.
Prelocale, locale e mitica compagnia.
Il ritrovo era alle Venti&Trenta in punto. Sui navigli. Per la partita.
E quando si va ai navigli, la nostra cara Volvo lascia al passo all'altrettanto mitica Smart di Brad Pitt.
Ci troviamo a casa sua.

La menta che coltivava sul balcone finalmente era pronta.
Ha passato il pomeriggio preparando due litri di Mojito, con le sue mani.
Una sorta di prova, in attesa di un Mohjito party che stiamo organizzando, in cui una brasiliana in bikini con ciotola e mestolo ci verserà da bere al ritmo di samba.
Hai ragione Dani, scusa. Il pubblico mi vuole più spinto.
Via il bikini. La brasiliana è in topless!
Trattandosi di prova il risultato è stato accettabile. La brodaglia che mi ha offerto era buonissima. Ma non era un Mojito.
La Madre di Dani, sempre sorridente e gentilissima, mi ha offerto quindi un'ottima fetta di torta.
A cui non avrei detto "no", nemmeno per tutto l'oro del mondo.
La limonata con lo zucchero che avevo appena bevuto era già dimenticata.
Salutiamo Larento in un'inguardabile tenuta casalinga e usciamo.

Con qualche minuto di ritardo raggiungiamo AleBerta al "King's Pub", come vi dicevo, sui navigli.
Il locale era starcolmo, i posti a sedere erano praticamente tutti esauriti a parte quei due che il nostro socio ci aveva riservato.
Ci sediamo. Ci sistemiamo. Ma nel giro di qualche secondo La Scheggia ha cominciato ha mostrare qualche senso di sofferenza.
In effetti nel locale faceva caldo. E forse, non eravamo comodissimi.
Ma non era questo. Lui ha una viscerale avversione per le partite. Lui si annoia. E si agita.
Come un bambino che vuole scappare a casa perchè la deve per forza fare, ma ha la disgrazia che la madre ha incontrato un'amica al supermercato.
E si è fermata a chiaccherare.
La sera che l'Italia ha vinto i mondiali eravamo insieme.
Credo che quell'euforia anche voi ve la ricordiate ancora.
Tutta l'Italia festeggiava.
Tutti tranne uno. Lui giocava con la sua PSP. In silenzio.
Non giudicatelo, magari stavamo sbagliando noi...

Al tavolo con noi c'erano un gruppo di ragazzi molto giovani.
Diciamo su quella risma delle tue fanciulle che quella domenica hanno bigiato per andare a Gardaland.
Ve le ricordate?
Benissimo.
Anche li, le dinamiche di gruppo per noi erano chiarissime.
A distanza di anni, ben poche cose sono cambiate in merito.
C'erano le ragazze bionde (che già mostravano ampi segni di quella malattia che poi in seguito le colpirà in maniera definitiva), il figo di turno, (si perchè a questo mondo se non sprechi tempo a sorridere sei considerato tale), e lo sfigato.
Tutti nella nostra vita abbiamo incontrato uno sfigato. Chi a scuola. Chi all'oratorio. Chi davanti allo specchio (State pensando a me?).
Purtroppo lo sfigato non manca mai. Non si può spiegare il perchè uno viene eletto tale. Però c'è. Sempre. Ovunque.
Non si può spiegare nemmeno il motivo per cui, nonostante le angherie che ogni giorno subisca dai suoi compagni, continui sempre a cercarli e a frequentarli.
E in certi casi anche ad esserne affascinato.
Ma forse la sua grandezza è proprio questa.
Lo sfigato nonostante tutto considera amici chi lo circonda.
Ma perchè?
Io fino a ieri sera avevo un parere, e cioè perchè lo sfigato ha un dolce destino.
Lo sfigato alla fine vince.
E vince nella maniera più affascinanate.
Come?Così:
La ragazza, dal gruppo riconosciuta come la perla più preziosa, un giorno prenderà le sue difese. Con forza.
Lui è l'unico con cui lei si trovi veramente a suo agio. E' l'unico che la capisca veramente. Poi da quando ha cambiato l'orrenda pettinatura ed ha iniziato ad andare in palestra...
Lo sfigato sposerà la perla più preziosa.

Quindi, ieri sera, quando osseravavo questi ragazzi ero curioso di scoprire chi fosse questa ragazza.

Eccola, è lei. Si è lei di sicuro. Il suo sorriso e i suoi dolci occhi la tradiscono. La perla più preziosa non le era seduta neanche tanto lontano.
Stavo già iniziando a vivere il loro sogno. Ad immaginarmi come sarebbe successo. A cercare di capire in lei già qualche atteggiamento latente, maschera del suo futuro.
Quando ad un certo punto lei si alza e gli grida con tono minaccioso:
"Ma stai zitto, testa di cazzo!"
Cooooosaaaaa??
Il sogno si è infranto in una bolla di sapone. Per colpa sua. Altro che perla preziosa...
Ma cosa sta succedendo a questo mondo? Cosa c'è di sbagliato oggi?
E' in questi momenti che vorrei aver già fagocitato il "Mitico Codice d'Onore dei Palazzi" che qui recita:
"Non partire mai per primo, ma se sei provocato non fare prigionieri". E questa era una provocazione, con tutte le scarpe.
E anche sulla modalità i Codice non lascia dubbi.
Ad esempio, se in questi momenti ti trovi con una bottiglia di birra in mano, il dubbio potrebbe essere se spaccarla in testa al tuo avversario, o più pericolosamente spaccarla contro il tavolo e infilzarlo con i vetri aguzzi.
Il "Mitico Codice d'Onore dei Palazzi" qui ordina:
"Gliela spacchi in testa e poi lo infilzi".
Come faremo mai ad imparalo tutto!

Caro sfigato di ieri sera, guardami dritto negli occhi perchè è con te che sto parlando.
Tira fuori le palle!
Messi tutti insieme questi non valgono il tuo alluce.
Credici e non mollare mai!
L'alternativa è una vita da manico molle.

La partita è terminata con ben cinque minuti di recupero. A Brad Pitt, avevamo chiesto anche troppo.
Ci siamo catapultati subito fuori. La serata organizzata da AleBerta non era affatto ancora finita.
Eravamo diretti a piedi al Trottoir.
Di li a poco ci saremmo incontrati con Vittoria e la sua allegra banda. Per la maggior parte ragazze dall'indubbia simpatia.
Pensate Vittoria è una ragazza che abita a meno di un chilometro da me, ma perchè io mi trovassi allo stesso tavolo con lei il destino l'ha costretta a conoscere AleBerta in Turchia in vacanza.
Non so se per lei ne è valsa la pena...
Erano leggermante in ritardo, quindi per ingannare l'attesa, mentre Brad Pitt in silenzio faceva test da piromano con le candele del locale, mi ero affacciato alla finestra del secondo piano.
Da li dominavo tutta la piazza XXIV Maggio. Osservavo i passanti. Potevo addirittura guardarli dentro e capire cosa stessero sentendo. Cosa stessero provando.
A quel punto, un'idea mattissima.
Sono su un davanzale, che non è un balcone. Sono un ragazzo che non è Giulietta. Perchè non chiedere di sposarmi ad una ragazza che non è Romeo?
Infatti, non dovevo farlo.
Al grido "Signorina, mi scusi" , non ricevevo la minima risposta.
Figurarsi poi quando si passava alla proposta più seria.
Una nota di merito ad una ragazza che alzando lo sguardo verso di me mi ha gridato sorridendo:
"Sono fidanzata, ma giuro che ci penso!"
Che galla!

A breve siamo stati raggiunti, come vi dicevo, da Vicky e i suoi amici.
Qui la nostra popolarità ci ha sbalordito.
Conoscevano noi e le nostre avventure anche se un dubbio attanagliava i loro spiriti:
"Scusa, ma perchè lo chiamate Brad Pitt?"
Come perchè?E uguale!

Se sei stato al Trottoir non puoi non aver notato una ragazza, stonata come poche, vestita da pistolera del west, che ti assilla e ti segue (con fare affettuoso) offrendoti chupiti per una modica cifra in euro, ma non se il prezzo fosse in lire.
Con noi è stata da subito gentile.
D'altronde si sa, nel vecchio west c'era una vera e propria venerazione per i cavalli.
L'unica possibilità di comunicazione. L'unico mezzo di trasporto.
E quindi eccovi spiegato il motivo di interesse.
Una pistolera del west, al cospetto di cavalli zoppi.
Certo che se facciamo pena anche ad una tipa così...

Dopo aver bevuto, ci siamo letteralmente catapultati nella pista per ballare.
AleBerta era agile. Brad Pitt era fiscamente stanco.
Ci si è mossi bene per i primi minuti, poi però la pista è diventata piena in un battito d'ali quasi rendendo impossibile qualunque movimento.
Era anche difficile che il nostro gruppo riuscisse a rimanere unito. Ci stavamo sparpagliando.

E' ora per voi che conosciate il mio più grande difetto.
E' una cosa che fa parte di me. E' radicata dentro. Nel profondo.
E' una cosa di cui non ne vado assolutissamente fiero.
E' una cosa di cui mi vergogno.
Potrei fare a meno di raccontarla, ma credo che sia giusto per voi che la sappiate.
Io sono un cattolico praticante. Il problema non è questo. Anzi ne vado fiero.
Il problema è che non sono un buon cattolico. Anzi, sono tra i peggiori.
La classica persona che predica bene, razzolando male.
Di quelli che si fanno il credo su misura.
Se ne ve ne parlo, è perchè magari in voi c'è qualcosa che potrebbe farmi cambiare un giorno.
Io sono per le crociate. Le guerre sante.
Culturali, sia ben chiaro.

Quindi io ero nel mezzo della pista, quando vedo una ragazza molto carina alquanto infastidita dagli atteggiamenti troppo espliciti di una persona. Un viscidone. Un tunisino.
Non voglio soffermarmi oltre su questa questione.
Ma in me qualcosa è scattato.
Mi sono guardato intorno, per vedere se ci fossero gli amici che potessero darmi una mano.
Mattia dei palazzi non c'era. Lui mi avrebbe fatto proprio comodo.
Dani era sui divanetti con la testa tra le mani, AleBerta era troppo distante. Con il suo peso esiguo non avrebbe mai potuto aprire la folla come fece Mosè al Giordano.
Ero solo. Ma dovevo farlo.
Dovevo prendere quell'istante dalla parte del manico.
Era la mia Guerra Santa.

In due passi mi avvicinai. Ho tentennato, ma lo sguardo della ragazza mi ha dato forza.
Il tipo si muoveva male. Si vedeva cosa stava cercando. Ma purtroppo per lui non era concentrato sullo stare in piedi. In equilibrio.
Al momento buono gli rifilo una spallata.
Così. Tra il chiaro e lo scuro. Lo faccio scanzare quel tanto che basta per allontanarlo. E per avvicinarmi a lei. Tanto da sentire il suo profumo.
Il tizio mi fissava. E io facevo altrettanto. E' stato un attimo. Non me la sono mai fatta così tanto sotto come in quel momento.
Fortunatamente la folla ha riempito lo spazio che ci separava. Ha perso il momento buono per restituirmi il favore...

oramai Eddie Merckx, in maglia gialla al Tour, era già in fuga.

Le mie mani cingevano i suoi fianchi. Lei, bionda e altissima. Due occhi neri che non smettevano di fissarmi. Il tocco dolce.
Erano già passati tre secondi.
Continuava a sorridermi. Non mi aveva ancora allontanato.

La musica era molto alta. Era molto complicato riuscire a sentire la sua esile voce.
Capisco subito che non è italiana. Le chiedo da dove viene.
"I'm from Canada. I'm Canadian! WOOOOOOOOWW"
A quel punto speri solo che abbia già bevuto abbastanza!
Incredile la vita, vero?
Vi ricordate la mia mail in cui vi parlavo delle ragazze straniere?
Ecco, in quel momento ero così contento che lei non fosse una turca.

Naturalmente Brad vorrà che spiegassi nei dettagli se qualcosa è successo. A me non va molto.
Facciamo così. Ve lo dico come ve lo farebbe Prince.

U don't have 2 be rich 2 be my girl
U don't have 2 be cool 2 rule my world
Ain't no particular sign I'm more compatible with
I just want your extra time and your . . . . . KISSSSSS

Era tardi. Ed eravamo stanchi.
Salutiamo AleBerta e ci siamo diretti a casa. In un attimo ci trovavamo nella via di Brad Pitt.
Con i fanali della smart illuminavamo la Volvo.
Sembrava che ci stesse fissando.
Io:"Dani, siamo felici?"
Brad:"No!Ma stasera mi sei piaciuto. Finalmente ci hai creduto."
Ci siamo guardati. E poi abbiamo rifissato la Volvo.
La serata non era ancora finita...
Scendiamo dalla Smart e di corsa ci infiliamo nel bolide.
Ci dirigiamo a tutta velocità in una via dietro casa sua. E iniziamo con i testacoda.
Tanto la Volvo si sa. Puoi chiederle tutto. Non ti tradisce mai.
A meno finchè l'odore di bruciato non riempie l'abitacolo...quello è il segnale.
La serata è finita.
Il sipario si riabbassa. Applausi.
KISSSSSSS!

Quando Gotham ti sorprende

Cari amici, ogni volta rimango stupito dalla magia di Gotham.
La notte appare all’inizio banale e spenta e a poco a poco ti ritrovi a un passo dalla perdizione… Sarà la città, saranno i suoi abitanti, questo non lo so, però noi c’eravamo!
Tutto è iniziato nei più banali dei modi, la partita del sabato sera, dato che ormai le partite si giocano tutti i giorni della settimana e non più come una volta solo la domenica. Si perché tanto noi non avevamo nessuna a casa che si lamentasse che la lasciamo sempre sola per andare a vedere la partita, sabato o domenica che fosse.
Ovviamente tutti avevano avuto la nostra idea (ma le morose son tutte a casa?) e i locali erano strapieni quindi nell’attesa che Claudiano e Brad parcheggiassero mi son ritrovato al tavolo con dei ragazzini delle superiori.
Brad ci avrebbe fatto arrestare provandoci come al solito con le minorenni?
Lo ammetto, è stato il mio primo pensiero… Invece il primo pensiero di Brad è stato: Mi farà leccare le patatine così vedo se la salsa è piccante? Poteva andarci peggio, non lamentiamoci…
Certo che non ci son più le ragazzine di una volta, quelle che sull’autobus difendono i più deboli come Claudiano. C’era sto poveretto con la sua birrettina e lo sguardo un po’ sfigato che veniva trattato malissimo e, giustamente Claudio si è un po’ sentito chiamato in causa. Però un po’ gli stava bene… in fondo tifava la juve!
Finita la partita ci siamo avviati verso Le Trottoir, un locale sulla darsena alle spalle del B-Side… Sempre meglio il B-Side averlo davanti…
Il programma prevedeva l’arrivo della mia amica Vichy con 10 persone ma si sa, le donne amano farsi attendere e desiderare, e noi di pazienza ne abbiamo poca. Per ingannare il tempo scrutavamo dalla finestra aperta al primo piano l’orizzonte di Milano. Le auto che sfrecciano, le luci riflesse nei navigli e…”Ehi guarda quelle due! SIGNORIINAAAA, SIGNORIINAAA, mi vuoi sposare?” Claudio, non erano ancora pronte per il grande passso!
Finalmente arriva Vichy con la sua combriccola e ci sediamo in attesa di ordinare… ma niente. Zero cameriere e l’unico personaggio che appariva era la Cow Girl.
Infatti la caratteristica del locale è la cameriera pistolera coi chupiti di tequila, una che nella vita non ce la può fare… Ma scusa è matematico: ti pagano 40 euro se vendi 10 chupiti, il chupito costa 5 euro = ti bevi 10 chupiti e spendi 10 euro! Non fa una piega…
Invece la ragazza non ama bere ma forse si faceva di cose molto peggiori dato che ogni 5 minuti passava a chiederti se volevi bere. Siamo sempre noi, ci riconosci? Non è che in 5 minuti cambiamo idea… ma lei niente. Alla fine ci siamo affezionati e quasi quasi la volevamo adottare. In fondo nei 5 minuti che andava via un po’ ci mancava.
La serata si stava scaldando, la musica aumentava, la gente si è messa a ballare, andiamo anche noi!
Vichy purtroppo era venuta quasimorosata, una condizione ormai comune a diverse persone che conosco ma che ancora non mi è molto chiara. Quasimorosata o no, non sapeva che cosa la aspettava. Lui si è allontanato mezzo metro di troppo, grande errore! Io e Bred sapevamo cosa fare. Un rapido sguardo e in un attimo lei si è trovata nel mezzo del classico panino AleBerta/Cilli, un panino servito in tutte le peggiori discoteche di Caracas. Grande Dani, che opera di bene abbiamo fatto. Lui si è svegliato subito e forse è la volta buona che passa da “quasi” a moroso.
Nel frattempo non è che il tronista stesse a guardare. Con la sua solita bracciata si è buttato nella mischia e con un rapido sguardo vede delle donzelle in pericolo. Erano tre ragazze canadesi tampinate da un ragazzo tunisino, o giù di lì… Claudio mi guarda serio come Mich Biukennon prima di tuffarsi e mi dice: “Chiama Dani, qui è guerra santa!” Che martire!
Dopo una decina di minuti stava già cercando sulla ragazza più carina dove fossero scritte le istruzioni per montare una canadese. Dopo poco Claudio inizia a dirmi che l’altra tipa ci sta con me (trucco vecchio, mica mi chiamo Cilli di cognome!), ma io non ero molto interessato. La tenda ce l’ho già.
Sembrava di essere al Mr. Marlyn (chi lo conosce lo sa). Ci spostiamo di qualche metro e 2 ragazze alcoliche, una bionda e una mora, iniziano a strusciarsi (o svenire?) addosso a noi. Io e Brad eravamo pronti per fare il grande passo: il panino a 4! Ora so come ci si sente ad essere un BigMac.
Comunque lo sapete, siamo bravi ragazzi, certe cose non le facciamo... Claudiano ha lasciato che la straniera scrivesse al moroso in Canada che andava tutto bene, e io e Brad abbiamo lasciato le 2 veline in mezzo ad altri 4 o 5 ragazzi. Insomma l’ordine era stato ripristinato, in fondo lo sapevamo che non sarebbe stato né in quel momento né in quel luogo che l’avremmo trovata. Il nostro lavoro era compiuto e non ci restava che tornare verso casa, con un pensiero a voi che non c’eravate fisicamente ma che in qualche modo eravate lì con noi.
Alla prossima, forse oggi o forse domani.
Un abbraccio

Ale

sabato 12 aprile 2008

Brad Pitt...e le 10 cose che Claudiano non vi ha mai detto

Ciao a tutti.
Io sono la Scheggia, Brad Pitt.. giusto per chiarire quando pensate a Brad ricordate quando era Joe Black bello come il sole quando alla fine del film scende dalla collinetta non quando era tutto pezzato e puzzato in "Troy".
Oggi vorrei parlare anch'io. Dire ciò che Claudiano non ha mai voluto il coraggio di scrivere.
Secondo me in questo blog ci vuole un po' di sesso e di donne..
Quindi ecco a voi il mio decalogo.
Le dieci cose che Claudiano ha voluto che non sapeste.


1) Love is Pain. L'amore è dolore. Io il tatuaggio l'avrei messo sopra il culo non sul braccio. Almeno, se in quei momenti il ragazzo è un po timido e indeciso... ogni dubbio scompare.
2) Le ragazze dei palazzi vanno solo con i ragazzi dei palazzi. Quindi a voi bravi ragazzi (magari un pò cavalli zoppi) buttatevi pure giù al primo giro tanto al traguardo non arriverete!
3) Non è vero che Claudiano ha gli occhi lucidi per il vento. Lui piange la sera, invece di dormire, quando pensa a quello che aveva e non ha più. Ricorda, meglio aver amato e perso che non aver amato mai. Un'altra cosa:
Tutti vorrebbero quello che avevano o quello che ha qualcun altro ma bisognerebbe soffermarsi un attimo per apprezzare quello che abbiamo ora e a come siamo fortunati. Te con chi faresti cambio? Io con nessuno.
4) Chi ha deciso che la foto di Aleberta occupi il primo posto? Propongo un referendum popolare per l'assegnazione dell'ordine delle foto! E per carità qualche foto di donna da aggiungere sembra un blog di gay!
5) Quella sera alla Tana oltre che dire all'amica di AleBerta: "Mi vuoi baciare", quando lei era girata, tiravo fuori la lingua mimando di leccarla. Ma se una prima di passarti una patatina la lecca e poi te la passa.. bhe secondo me ci sta!
6) A Gardaland noi quattro ci siamo deliberatamente seduti vicino a tre ragazze. Dovevamo eliminarne uno dalla competizione. Claudiano ha accusato Larento di avere la diarrea. Io la chiamo selezione naturale. Claudiano ti voglio sempre così, spietato.. a tavola e a letto non c'è rispetto e in guerra e in amore non ci sono regole.
7) Un cavallo zoppo che ha perso tutto nella gara più importante ora non più vincere tutto in una gara altrettanto prestigiosa. Deve andare per gradi passo dopo passo, a volte si può anche accontentare di vincere a qualche fiera di paese.

8) Uno come me, ma quando ti ricapita.
9) Mari, quando ti dico di lasciare stare Claudiano perchè vota Bossi non puoi rispondermi che fa bene.
10) Claudiano tutti ti dicono di buttare la Volvo. Ma è un bolide, non ci ha mai deluso, e nessuno capisce che ti senti di tenerla fino in ultimo perchè era la macchina di tuo padre.

I 10 punti sono finiti ma volevo solo concludere con il fatto che io non sono un ragazzo da farfalle nello stomaco, quelle le ho finite qualche anno fa. Sono uno da amore del cemento, un amore più duraturo delle farfalle, quello che mette insieme i mattoni rotti e li tiene uniti fino alla fine.

Un bacione a tutti.
Sempre con voi.
Brad Pitt. La Scheggia.

giovedì 10 aprile 2008

Claudiano...e dopo l'allenamento non si dorme mai

Buonasera, angeli assonnati.
Come state?
Spero che stiate bene.
Visto che bello spazio che mi hanno creato?
Mi sento come un cagnolino a cui hanno appena dato il permesso di fare la pipì contro l'albero di Natale!
Che soddisfazione...
E di questo vorrei ringraziare Aleberta e Lele.
Di sicuro voi due avrete dovuto trascurare, per un paio di pomeriggi, le miriadi di ragazze che vi circondano - che vivono di voi e per voi - in modo tale da permettere a me tutto questo.
Un grazie purtroppo è il massimo che posso offrirvi...spero sia abbastanza.

Qui tutto può realmente accadere.
La Elena Afelli al sabato va a fare la spesa con bandana e gambaletti...
La Mari vende del lubrificante Shell ad un elefante che si è innamorato di una farfalla...

Io sono appena tornato dall'allenamento. Tremilaquattrocento metri fatti tutti d'un fiato...alla mia maniera...cioè con la schiena appoggiata contro il muretto.
Lo sapete, sono un maestro in questo. D'altronde mancava la Gioia, e quando non c'è lei io sono il migliore allenatore di me stesso.
Vi prego, non mi accusate di essere un lavativo!
Cosa succede quando l'insegnante non c'è e la bidella entra in classe (con fare autoritario di chi indossa il camice blu come un'uniforme militare) per fare rispettare almeno il benchè minimo decoro?
Bè, è grande festa!

La finestra di questa stanza è per due dita aperta. Sento le gocce di pioggia che provano a scendere senza far rumore. Come se non volessero distrurbare.
Vedo la tenda gonfiarsi come una vela.
Entra un po' di aria fredda. Mi accarezza il viso. Sono un po' accaldato e questo mi dà sollievo.

Chissà quanti di voi già staranno dormendo. Magari vivendo un sogno stupendo. Magari proprio quel sogno che tu speri si realizzi al più presto.
Una storia da film. Una storia da mail.

E chissà quanti invece non riescono a prendere sonno.

Io, come vedete, sono uno di questi.
A dormire io, non ci voglio andare.
In questo momento sono emozionato dalla vita.
Ciò che sto provando in questo istante mi piace...voglio farlo mio.
Voglio che duri per sempre.

Se invece, non riesci a prendere sonno, perchè in questo momento la tua vita pesa su di te come un macigno, puoi sempre restare qui con me...e farmi compagnia.
Puoi ascoltarmi, o puoi semplicemente fare finta. Ti sorriderò, e ti aiuterò a portare quel peso per un po'.
Almeno potrò dire di essermi allenato sul serio stasera!

Che silenzio. Sembra che avvolga tutto come una coperta.
Quando ero più piccolo il silenzio non mi piaceva. Mi metteva paura.
Ora invece, spesso, ne sento il bisogno.

Ho pochi ricordi nitidi della mia infanzia.
Ma ce n'è uno di cui ne vado particolarmente fiero: i pomeriggi passati con mia cugina Bruna!

Ogni mattina mia mamma mi preparava per andare all'asilo dalle suore.
Scarpette in tinta con la cintura, pantaloni in tinta con il maglione, camicetta in tinta con le calze.
Tutto rigorosamente ordinato.
Caschetto alla Fantaghirò e due occhi scuri tanto grandi quanto curiosi.
La fissavo. In silenzio. Attendendo una sola frase. La formula magica:
"Questo pomeriggio ti viene a prendere la Bruna e passi il pomeriggio da lei".
Siiiiiii!!!
I pomeriggi da mia cugina erano fenomenali.
Il mio pensiero scivola subito verso i due poster che teneva attaccati in camera.
Sandy Marton. George Micheal.
Per me, due vere leggende.
Perchè se mia cugina aveva attaccato una tua foto in camera sua, non potevi che essere una vera leggenda.
E non mi venite a dire adesso che Sandy Marton è stato visto ruttare all'Isola dei Famosi, e che tutti i giornali hanno riportato che George Micheal è stato beccato ad avere rapporti sessuali con un ragazzo in un bagno pubblico, perchè, carissimi, commettereste un grave errore.
Il Sandy Marton attaccato a quella parete non aveva la pancia.
Il George Micheal attaccato a quella parete non aveva i baffi.

Appena entrato in casa correvo in bagno. Rubavo un pò di gel dal mobiletto sopra al lavandino, e mi ri-pettinavo.
Alla Nick Berti.
Quindi, levavo il maglione e tiravo fuori la camicia dai pantaloni.

Ero pronto.
In due secondi ero già in salotto che ballavo con mia cugina, mentre a deejay televison davano video a ripetizone.
Nessuno dei due capiva un bel niente di quello che stavamo ascoltando...ma di questo non ci importava. Ci divertivamo come due matti.

E i miei amici...a casa guardarsi "Holly&Benjy".
Sfigati!

Spesso mia cugina veniva raggiunta dalle sue amiche.
Meraviglioso.
Mi baciavano. Mi abbracciavano.
Mi coccolavano, come se fossi il più bel Teddy Ruspin del mondo.
Erano tutte le mie fidanzate. Nessuna esclusa.

E i miei amici...a casa. Ed "Holly&Benjy" era pure finito!
Sfigati!

A volte accendevano una sigaretta. Camel senza filtro. Pacchettino morbido.
Di nascosto. Nel retro del giardino.

Con lei mi era permesso tutto. Tranne la sigaretta.
Le fissavo. Con invidia. Con il desiderio di diventare grande subito.
Mia cugina capiva sempre tutto. Mi conosceva meglio di me stesso. Le parole tra noi erano spesso superflue.

Un giorno dal suo zainetto di camoscio con le frange spuntò un "Kinder Maxi".
Io lo scartai avidamente e cominciai a tenerlo in mano tra l'indice e il medio della mano destra.
Proprio come facevano loro.
Lo misi in bocca, e lo aspirai con disinvoltura.
Proprio come facevano loro.

Quel giorno ebbi anch'io la mia sigaretta.
Da quel giorno, con lei, mi fu permesso anche di fumare.

Mi state dicendo che vedete i miei occhi lucidi?
Tranquilli, non sto piangendo.
Lo sapete, Eddie Merckx in bici va sempre fortissimo e a volte capita che il vento gli faccia lacrimare gli occhi.

Vi auguro una notte dolcissima.
Un caro abbraccio.
Claudiano, il vostro tronista spettinato alla Nick Berti.

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