Buonasera, dolci pan di stelle!Come andiamo?
Sto aspettando il prossimo nuovo visitatore...
Come sempre...speriamo che sia femmina.
E' giovedì notte.
E anche se oggi è teoricamente un sabato, perchè domani sarà praticamente una domenica, questa sera mi sono allenato.
Sono qui. Nel mio spazio.
Cavalcando senza sella.
Si, hai capito bene. In questo momento non indosso le mutande.
Da quando mia mamma ha smesso di prepararmi l'occorrente per l'allenamento, si è infranta d'incanto quella magia che mi permetteva di trovare, sempre ed inspiegabilmente, un paio di mutande fresche e piegatissime in cima al groviglio di vestiti all'interno della borsa.
E così, ogni sera, dopo un duro allenamento, cavalco senza sella.
Le premesse erano buonissime. Mi sentivo bene, ruggente.
Un motivo c'era.
Il programma previsto era corto. La tabella recitava solo un'ora di lavoro.
Ma ad un certo punto, una promessa si compie.
La Daniela Gioia fa il suo ingresso in acqua.
Per me un graditissimo ritorno.
Certo, ormai ho smesso di contare le sue innumerevoli promesse mancate, ma il vederla scendere da quelle scalette mi ha dato una tale, come dire, Gioia, da farmi dimenticare il tutto.
Come vi dicevo, erano solo (a suo dire) due settimane che non si allenava.
Secondo me erano anche tre. Quasi quattro. Approssimabili per eccesso a cinque.
La Gioia ha subito uno scherzo dal destino. Ha ereditato me dal suo ragazzo.
Dario (ve lo ricordate tutti, vero?), infatti, dopo che un incidente in moto lo ha costretto (anche se non tanto forzatamente) ad abbandonare la squadra, si è ritrovato con un problema da risolvere.
Chi avrebbe potuto mai prendersi cura di me, indottrinandomi nell'antica e nobile arte del cazzeggiallenamento?
Chi se non lei. La sua dolce metà.
Il guaio è che la Gioia non si cazzeggiallena.
La Gioia è un vero martello.
Entra in acqua. Ti saluta dolcemente. E ti sorride.
Ma il suo sguardo è oltre. In acqua si trasforma.
Ti appare di fronte come la direttrice di un collegio svizzero.
In quei giorni!
Ma stasera no. Non poteva. Lei era troppo che non si allenava. Io mi sentivo finalmente in forma.
Questa sera l'avrei stupita. L'avrei fatta nera.
Dopo un breve riscaldamento si è cominciato con il lavoro centrale.
Il mio obbiettivo?
Starle attaccato.
Non mollare quei sette centimetri di distanza che mi avrebbero separato da lei.
Non dovevo lasciarla scappare.
Per nulla al mondo.
Venti metri, sento la sua scia che mi traina come una motrice. Sono nella sua tempesta. Mi sento bene.
Quaranta metri, qualcosa non va. Sento che la sua scia perde forza. Si sarà già stancata? No, affatto. Si sta allontanando. Corro ai ripari. Alzo la frequenza. Non ho polmoni, ho solo cuore.
Sessanta metri, l'acqua attorno a me comincia a farsi calma. Sono lento. Pesante nel movimento. Molle nello spirito.
La Gioia mi è già scappata. Il suo mulino spazza acqua ad una velocità infernale.
A quel ritmo io mi arrendo.
Ma quando le presidi dei collegi svizzeri sono in quei giorni vanno in piscina?
Ed eccomi qui. Completamente solo.
Le mattonelle sotto di me che si muovevano lentissime.
Sembravano quasi ridere di me. Ingrandendosi e rimpicciolendosi a loro piacere.
Le mie braccia troppo piccole in acqua. Troppo pesanti fuori.
Sentivo dolore ovunque. Anche in punti in cui non credevo fosse possibile.
Avevo male alla spalla sinistra. Martedì il dolore era a quella destra.
Io non sono un medico, ma secondo me la cosa non è normale.
Mi sentivo schiacciare dietro la schiena.
Se fossi morto in quel momento non me ne sarei accorto...sarei troppo impegnato a lamentarmi.
La Gioia mi era già dietro. Mette fuori la freccia e mi passa.
Le starò attaccato, per altri venti metri.
Non di più. Forse di meno.
Anzi sicuramente.
Ma le sorprese non erano di certo finite.
La seconda si chiamava Ilenia.
Ci dev'essere una festa!
Anche lei mancava da qualche tempo.
Si è posizionata nella corsia accanto alla nostra.
L'ho curata. Nel disperato tentativo di tenere la cadenza con lo sguardo.
Niente da fare. Mi sono bastate due bracciate.
Lo vista tirare come una ruspa.
Scemo io che le ho detto dove sbagliava in virata!
Se si fosse messa in corsia con me, mi avrebbero raccolto con il cucchiaino.
Sono in serate come questa che mi domando cosa aspettino a cacciarmi dalla squadra.
Ma forse la Vania ha ragione.
Qualcuno deve per forza essere il più scarso.
E credetemi, in quello sono davvero il migliore.
In più l'importate mica è andare forte, ma...essere belli!
Giusto?
Buonanotte a tutti, in qualunque maniera stiate cavalcando.
Solo tuo.
Claudiano
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