Ciao splendidi lampioni che mi illuminano la vita... State bene?
E' un po' che non mi dedico a voi...e me ne scuso...ma ho avuto altre cose per la mente in questi giorni.
Ma ora sono qui...e sono intenzionato a prendermi i prossimi tre minuti della vostra fantastica vita.
Le settimane volano. In un attimo ti ritrovi al sabato.
Domani, è già domenica.
Stamattina sveglia prima del gallo.
Il sabato è il suo giorno libero.
Dovevo lavorare.
Purtroppo è il giorno libero anche della fata della colazione.
Si, lo ammetto, abito con il capitan Findus nella casa del Mulino Bianco!
Esco di corsa a digiuno.
Alle 7.59 ero già avvolto dal mio banchetto. A Legnano.
Completamente solo. Nel silenzio più chiassoso.
Il mio socio avrebbe bigiato anche oggi.
Il caffè di metà mattina non ha senso...senza di lui che me lo prepara!
Non è stato un problema...in un attimo è arrivato mezzogiorno.
Timbro e via di volata.
Dovevo raggiungere Caronno per le 12.30.
Allenamento!
Non potevo mancare. La prossima gara è a fine mese.
Ancora non sono stato iscritto.
E io voglio assolutamente esserci.
Naturalmente arrivo con quei sette minuti di ritardo che mi fanno meritare la consueta occhiataccia dell'allenatore.
Ma lo sapete...noi fenomeni, noi artisti, noi solisti, siamo immuni dall'autorità del direttore d'orchestra.
Giusto?
Mah!
Al sabato l'allenamento è del tutto particolare, perchè è come una grande festa.
Ci sono sempre tutti.
Ed io, per il motivo per cui questo accade, ho una comprovata teoria.
Il sabato è universalmente riconosciuto come giorno di doccia (come la vigilia di Natale), e obbiettivamente quella della piscina a venti centesimi è un incommensurabile affare!
Vero Gioia?
Se scopre che l'ho scritto mi ammazza!
Come vi dicevo il bello dell'allenamento del sabato è che nessuno manca mai.
Il rovescio della medaglia è però che, se arrivi tardi come ho fatto io, la scelta della corsia è praticamente obbligata.
Mi guardo intorno.
C'era un'unica possibilità. Un unico posto libero.
La vasca dei fenomeni.
Ormai ero lì. Non potevo tirarmi indietro.
Nella vasca dei fenomeni completamente a digiuno.
Cuffia.
Occhialini.
Sono strettissimi. Mi sento opprimere intorno agli occhi e sul naso.
Lo scherzetto della Ligia è antipatico e fastidioso.
Ma per ora non me ne importa.
Entro in acqua.
Che strana percezione.
Non nuotavo qui da circa un anno.
Da quando cioè non avevo conquistato l'accesso agli italiani.
Altri tempi. In tutti i sensi.
Sono in acqua, i miei compagni lo sono già da un pezzo e hanno appena ultimato il riscaldamento.
Si comincia subito.
E subito si fa sul serio.
Nella vasca dei fenomeni completamente a digiuno, senza il ben che minimo riscaldamento.
Se solo avessi potuto, avrei di sicuro scommesso sull'arrivo della lettiga.
C'era solo una cosa che potessi fare.
Chiudo gli occhi e mi aggrappo al mio pensiero felice.
Si, il mio pensiero felice.
L'arma in più che ho oggi.
Un pensiero felice può renderti talmente leggero da permetterti di volare, come Peter Pan.
E io dovevo essere perfetto.
Si parte.
Mi sento strano.
Bene.
Benissimo.
Ho la completa percezione di me.
Della mia posizione. Della mia forma. Del mio movimento.
Sento anche la minima gocciolina che mi accarezza il corpo.
Questo è il segno che ci sei. Non solo di cuore.
La testa ha dato l'ordine. Il corpo ha risposto.
Sento come frantumarsi il dolore alle spalle e alla schiena.
Ora ho capito a cos'era dovuto...nuotavo con il freno inserito.
Le mie braccia girano. E girano alla grande.
Le mie gambe mi tengono altissimo.
Sento l'acqua nelle mani come se fosse sabbia.
La sposto, e la getto dietro di me.
La mia testa fende l'acqua. Come un coltello caldo nel burro.
Incamero aria per quel breve istante da permettermi le mie cinque bracciate.
Una volta a destra. Una volta a sinistra.
Le mattonelle sotto di me scorrono via veloci.
Non le distinguo. Ne vedo solo una. Enorme.
Vedo i miei compagni nelle altre corsie. Fanno fatica.
Arrancano, quasi fossero zavorrati.
Io sono leggero. Tanto leggero.
Io sono veloce. Tanto veloce.
Io sono Peter Pan.
L'allenamento termina.
L'allenatore viene verso di me e mi sorride.
Neanche ricordavo che avesse i denti.
La prossima gara ci sarò.
E di sicuro non mancherete nemmeno voi.
Vi auguro di cuore un pensiero felice come il mio.
Un abbraccio.
Claudio.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Che dire... Io solo 50 vasche con la ligia e mi ha ammazzato pure stavolta! Almeno ormai supero la prova costume, ovvero riesco a trovarlo prima di andare in piscina. Erano altri tempi quando anch'io ero l'ultimo dei triathleti. Quanti capelli fa... Un ab-bracciata malinconica
Posta un commento